• OGGETTO DI RICERCA E SVILUPPO DELLA SOCIETÀ

Food Innova S.r.l. intende potenziare i controlli sulla qualità delle materie prime utilizzate per la produzione della pasta artigianale, investigare gli effetti che queste possono avere sul processo di pastificazione e sul prodotto finito, verificare l’effetto di parametri fisici nel processo produttivo e l’impatto che la loro modulazione può avere sull’ecosostenibilità.

Le materie prime che portano alla produzione della pasta sono la Semola di grano duro e l’Acqua: la semola viene acquistata da produttori che ne certificano la sicurezza alimentare secondo le normative vigenti.  Fatti salvi i requisiti minimi richiesti dalla normativa, la documentazione relativa alla qualità della semola è, più o meno, estesa ed articolata a seconda del produttore.

Una parte della ricerca sarà rivolta alla definizione di una procedura analitica che, oltre ai dosaggi previsti, identifichi anche attraverso analisi multivariate, parametri da monitorare nella semola affinché venga garantita la migliore qualità del prodotto finito.

Per quanto concerne l’acqua, si osserva come sia pratica usuale l’impiego di acqua potabile fornita dal sistema idrico degli stabilimenti di produzione.

Naturalmente quest’acqua, per soddisfare i requisiti di potabilità, è additivata, dal fornitore del servizio, con disinfettanti chimici. Questi ultimi sono solitamente a base cloro in forma gassosa e/o di ipoclorito di sodio.

In entrambi i casi si tratta di specie chimiche reattive che, interagendo con le sostanze organiche ed inorganiche presenti nell’acqua e nella semola, portano alla formazione di sottoprodotti quali cloriti, cloroformio, bromoformio, bromodiclorometano e clorodibromometano.

Sia i disinfettanti sia i loro sottoprodotti possono essere dannosi per la salute, tant’è che la loro concentrazione è regolamentata dal D. Lgs. 31/2001. Queste sostanze possono quindi influire sulle proprietà organolettiche e nutrizionali della pasta non tanto per il quantitativo d’acqua residuo dall’essiccazione (ca. il 2%) ma per le reazioni chimiche che possono avvenire durante la pastificazione anche catalizzate dall’aumento di temperatura che si verifica durante la fase finale di essiccazione.

Scopo della ricerca è quello di investigare, attraverso l’impiego di diverse tipologie di acqua, ed a parità di semola, l’influenza della composizione dell’acqua sul prodotto finito.

È già stato siglato un accordo con un’azienda di imbottigliamento di acqua oligominerale naturale, la cui sorgente sgorga a 1000 mt. s.l.m., fra le montagne della Sila, dove l’aria è tra le più pulite al Mondo. Un ambiente unico nel suo genere, che gode del primato di avere l’aria più pulita d’Europa. Questo incredibile risultato, secondo una ricerca finanziata dalla comunità europea, è favorito da tanti fattori: bassa densità di popolazione, alberi secolari e clima favorevole. Fanno sì che anche l’acqua oligominerale che sgorga in Sila sia tra le migliori acque d’Italia, grazie alle caratteristiche organolettiche e chimico-fisiche racchiuse nel territorio che la circonda. Grazie a queste combinazioni, l’acqua ha un basso residuo fisso, bassa durezza e poco sodio. Attraverso la combinazione delle semole di solo grano duro biologico accuratamente selezionate e l’acqua della Sila, è intenzione della Food Innova S.r.l. quello di immettere sul mercato un prodotto finale di altissima qualità e dotato di proprietà organolettiche uniche nel settore di riferimento.

• OBIETTIVI PERSEGUITI

Puntando su elevati standard qualitativi sia nella scelta delle materie prime biologiche che nella diversificazione della gamma di prodotti offerti, il prodotto ha la possibilità di una collocazione propria sul mercato ben definita, senza incorrere nel rischio di scontrarsi con i colossi della pasta secca. Strategicamente la società, anche in forza delle indagini svolte, ha già definito le proprie strategie di ingresso e posizionamento sul mercato definendo in maniera puntuale il pacchetto di soluzioni commerciali.

Le proposte commerciali fondano la propria capacità di superare le barriere all’ingresso in forza di quattro asset distintivi:

1. Qualità delle produzioni e certificazioni biologiche.
2. Offerta variegata di ricette basate sulla cultura gastronomica mediterranea.
3. Packaging dedicato e utilizzo di materiali biodegradabili e sostenibili.
4. Strategia di comunicazione del prodotto con riferimento al territorio, alla cultura mediterranea e all’ambiente.

• MERCATO

L'effetto della pandemia, nei due anni tra 2020 e 2021, ha consentito all'agroalimentare Made in Italy di incrementare la propria presenza meglio di quanto abbiano fatto molti avversari commerciali. I dati dicono che l’Italia ha visto aumentare nel corso del 2021 e rispetto al 2019 il suo peso a valore all'interno dei più importanti Paesi importatori, passando da 15,4% a 16% in Svizzera, da 7,8% a 8,7% in Germania, da 8,3% a 8,7 % in Francia, da 5,6% a 6,3% in UK, da 4,4% a 4,7% in Australia, dal 3,1% al 3,5% in Russia. Stabili gli Usa (3,5%) mentre si perde qualcosa nel rapporto con la Cina, che passa dal 2% all'1,9%.

L'export agroalimentare nel 2021 ha raggiunto livelli record attestandosi sopra i 50 miliardi di euro (nel 2015 era poco sopra i 30 miliardi), grazie a una crescita a valore del 15% rispetto al 2019 e dell'11% sul 2020. Merita uno spunto di riflessione la presunta “crisi del grano” legata alla guerra in Ucraina che si combatte proprio in questi giorni. Difatti l’Italia, è una delle nazioni meno esposte all’export con l’Ucraina.

In Italia, infatti, in base ai dati Istat del 2021, arriva dall’Ucraina appena il 2,7 per cento delle importazioni di grano tenero per la panificazione (122.000 tonnellate) e zero di grano duro, sebbene altre 52.000 tonnellate tra grano duro e tenero siano importate dalla Russia.

A trainare il comparto agroalimentare italiano, c’è ai primi posti la pasta. Difatti, la produzione globale di pasta, nel 2021, è stata pari a 109 miliardi di euro, con un trend di crescita che si prevede arrivare ai 130 miliardi entro il 2024, valore pari a un CAGR del 5.8%.

Guardando ai consumi a livello mondiale del 2021, si tratta di un mercato che vale 130 miliardi di euro con previsioni di crescita che raggiungeranno nel 2024 i 139 miliardi di euro e un CAGR al + 2.2%. Sul fronte del mercato italiano, sempre nel 2021, il valore complessivo della produzione si attesta a 9.7 miliardi di euro; un dato che rappresenta l’8,9% del totale mondiale, con prospettive di crescita che mostrano un CAGR al +3,7% entro il 2024, pari a 10.9 miliardi.

Osservando un comparto più ampio, il “Pasta, Bakery & Milling”, a livello globale si rileva un 2021 con valori di produzione da 1.132 miliardi di euro e previsioni di crescita che raggiungeranno i 1.321 miliardi entro il 2024 con un CAGR al +5.3%.

Il mercato delle paste alimentari è uno dei settori più importanti per il nostro Paese. L’Italia, primo produttore mondiale, esporta oltre il 60% della merce, che viene prodotta da circa 200 aziende, di cui una trentina specializzate nel comparto della pasta industriale fresca. Gli ottomila addetti del settore producono quasi tre milioni di tonnellate di pasta. Negli ultimi anni l’intera produzione mondiale di pasta è aumentata di quasi il 60%, passando da 9,1 a 14,3 milioni di tonnellate. Sono 48 (+77%) i Paesi a produrne in quantità accettabili (oltre mille tonnellate) e sono 52 (erano 30 18 anni fa) quelli che ne consumano almeno 1 kg pro capite all’anno.

L'Italia si conferma paese leader per la produzione (con 3,2 milioni di tonnellate precede Usa, Turchia, Brasile e Russia). L’Italia è tra i più assidui consumatori, con 24 kg pro capite nel 2015, davanti a Tunisia (16 kg pro capite), Venezuela (12 kg) e Grecia (11,2 kg). Seguono poi i paesi in cui il consumo pro capite oscilla tra gli 8 e i 9 kg: Svizzera (9,2), USA e Argentina (8,8 kg) tallonati da Iran e Cile (8,5 kg). Con 7,8 kg pro capite, la Russia si attesta al decimo posto.

Nel 2020 l’Italia ha esportato 1,8 milioni di tonnellate di pasta, il 56% della produzione.

La Germania si conferma il mercato principale per gradimento di pasta italiana, con oltre 360mila tonnellate e un’incidenza di quasi il 20% del totale, un trend in crescita anche nel primo semestre 2016 (+2,3%). Seguono Regno Unito (257mila tonnellate), e Francia (239mila tonnellate).

Per quanto concerne il comparto biologico, l’ultimo “Rapporto Bio Bank” certifica la continua crescita del settore che ha raggiunto un fatturato di 6,9 miliardi e dal 2011 segna un significativo +118%.

A intercettare la crescita è stata soprattutto la grande distribuzione che nel decennio segna un + 279%.

È proprio al settore dell’export - della pasta artigianale biologica - che la Food Innova S.r.l. guarda con particolare interesse quale mercato di sbocco per le proprie produzioni.

• PIANO ECONOMICO

I dati concernenti la produzione sono stati elaborati con la previsione che la produzione abbia avvio nel corso dell’anno 2022 una volta definito l’assetto produttivo.

Le strategie commerciali e quelle di posizionamento consentono di ritenere ragionevole l’entrata a regime entro il 2026. Prudenzialmente per il primo esercizio di previsione è stata considerata una produzione ad un solo turno di lavorazione di 8 ore per un totale di giornate lavorative pari a 240.

Per il primo esercizio di avvio delle produzioni, allorquando saranno operative le linee produttive previste, posto che la capacità produttiva oraria della linea è di 200-250 kg/h, è stato considerato prudenzialmente un utilizzo degli impianti pari al 70% della capacità di produzione in grado di garantire un valore della produzione pari a circa € 490.560.

Nel corso dell’esercizio “a regime” del 2026 è stata considerata una produzione a doppio turno di lavorazione di 8 ore ciascuno, per un totale di giornate lavorative pari a 240, dando corso al programma di investimenti previsto e considerato un utilizzo degli impianti pari al 75% della capacità di produzione, saremo in grado di garantire un valore della produzione effettiva pari ad € 1.431.720,00.