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ClubDealOnline: nel primo semestre 2023 risultato netto in utile e ricavi superiori a quelli dell’intero 2022

La piattaforma di equity crowdfunding ClubDealOnline, dedicata a business angels, family offices e HNWI, supera 350k di fatturato nei primi 6 mesi 2023, con una raccolta di 5 milioni

 

 

ClubDealOnline, piattaforma di Private Crowdfunding autorizzata e vigilata da Consob, ha reso noti i risultati del 1° semestre 2023, che evidenziano la crescita del fatturato, pari 354 mila euro, segnando un più 37,5% rispetto ai 257 mila euro dello stesso periodo dello scorso anno e già superiore al fatturato dell’intero esercizio 2022.

Inoltre, la società ha registrato per la prima volta un risultato netto in utile dalla sua nascita con il completamento, nel semestre, di tre campagne di raccolta.

Le campagne chiuse nel primo semestre 2023

In particolare, Artknit Studios, player nativo digitale specializzato nella produzione e nella distribuzione di maglieria di lusso eco-sostenibile e accessibile, ha raccolto 403.500 euro, con un investimento medio di 31 mila euro per sottoscrittore.

La campagna di Bcode, Start Up e Spin Off del POLIMI attiva in ambito Web3 è arrivata a 2 milioni di euro di raccolta, con un investimento medio di 65 mila euro per sottoscrittore.

Infine, è stata finalizzata la raccolta, iniziata nel 2022, di Wearable Robotics, azienda italiana leader a livello internazionale nel settore degli esoscheletri e della robotica indossabile, con oltre 2,5 milioni di euro.

La specificità di ClubDealOnline

Attraverso la piattaforma ClubDealOnline, Family Office, HNWI e private investors, hanno la possibilità di partecipare alla crescita delle migliori ScaleUp e PMI presenti sul mercato italiano.

Tutti i professionisti che ruotano intorno alla definizione e al perfezionamento di operazioni di club deal, come avvocati, commercialisti, fiscalisti, notai, banche, hanno a loro disposizione un ecosistema al 100% digitale e all’avanguardia per operare nei mercati privati, grazie anche ai servizi di ClubDeal Fiduciaria, fiduciaria 100% digitale di ClubDeal Spa.

Antonio Chiarello, Founder di ClubDeal Spa ha dichiarato: “In un contesto molto sfidante, che ha visto assottigliarsi i flussi di capitali verso Pmi e Startup, ClubDealOnline ha saputo conservare e accrescere la propria posizione di mercato, continuando a raccogliere interesse di Business Angels, Family Office, HNWI e private investors, grazie alla propria capacità di selezione delle società con le migliori prospettive di crescita e sviluppo”.

Inoltre, secondo Chiarello, il modello di ClubDealOnline viene sempre più accolto favorevolmente dagli investitori grazie alla sua capacità di snellire e facilitare le operazioni legate all’investimento.

Per il futuro, oltre a continuare a supportare le start-up più all’avanguardia nel loro percorso di crescita, la piattaforma punta sempre più alla sinergia e all’integrazione dei servizi della fiduciaria del proprio ecosistema (v. qui altro articolo di Crowdfunding Buzz), per crescere ancora e offrire una soluzione al 100% digitale e online alle nuove esigenze degli investitori nei mercati privati.

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Dafne, startup del benessere sessuale, lancia un round su CrowdFundMe con la partecipazione di Open Seed

Il round di Dafne startup italiana del benessere sessuale ha quasi raggiunto l’obiettivo minimo grazie anche all’adesione di Open Seed, holding di partecipazioni in startup

 

 

Dafne, startup innovativa che realizza prodotti per il benessere sessuale in maniera eco-responsabile, ha lanciato una campagna di equity crowdfunding su Crowdfundme.

L’obiettivo minimo della raccolta è di 110 mila euro, ma la società punta all’obiettivo massimo di 400 mila a fronte di una valutazione pre-money pari 2,1 milioni. A pochi giorni dal lancio, l’obiettivo minimo è già stato quasi raggiunto (qui la nostra scheda su Crowd Monitor).

Tra i primi investitori c’è Open Seed, società di partecipazioni che raccoglie capitali per investirli nell’avvio di startup in pre-seed, affiancandole successivamente nel loro sviluppo. E ha investito anche Monica Calcagni la più famosa ginecologa del web, con un seguito di oltre 1,5 milioni di followers.

Con i capitali raccolti, Dafne punta a completare il proprio portfolio portando a 15 i prodotti commercializzati, espandere i propri canali di vendita e costruire un brand di rilievo e conosciuto nel mercato.

Dafne, fondata da Rodolfo Lironi, Lucia Testa e Giacomo Cattaneo, realizza prodotti naturali di qualità, scientificamente testati e accessibili a tutti, da usare quando e dove si vuole. L’obiettivo è “rivoluzionare il mondo del piacere eliminando ogni tipo di inibizione e di tabù mettendo al centro le esigenze e la libertà delle persone”.

Il Ceo Rodolfo Lironi racconta: «Siamo tre ex colleghi di Musement. Abbiamo lavorato insieme per diverso tempo e insieme abbiamo avuto l’idea di sviluppare un nuovo brand in un settore in cui c’è spazio, richiesta e grandi margini di crescita. Siamo nati senza incubatori o business angel. Abbiamo messo insieme 17mila euro per la costituzione della società e le spese iniziali, abbiamo richiesto un piccolo prestito e siamo partiti».

I numeri di Dafne

Dafne studia e sviluppa i propri prodotti da zero, a differenza dei concorrenti che operano in modalità “dropshipping”, aggiungendo semplicemente il proprio marchio su prodotti già esistenti.

Racconta Lucia Testa, Cmo dell’azienda: «Puntiamo a portare sul mercato prodotti innovativi e per questo investiamo molto nello studio e sviluppo di prodotti unici, sia dal punto di vista del design che dei materiali. Dafne ha una marginalità pre-shipping del 75%. Ma con una maggiore possibilità di investimento, siamo in grado di migliorare ulteriormente l’economia di scala abbattendo i costi e affermandoci come un player di riferimento per i consumatori».

Dafne ha iniziato a generare ricavi fin dal primo giorno del lancio (settembre 2021), con pochissimo budget marketing, sia online che offline, con quasi 6.000 prodotti venduti per 40.000 euro di fatturato nel 2022 e 60.000 nel solo I semestre 2023, grazie a clineti in Italia, Spagna, Francia, Belgio e Olanda.

Il mercato del Sexual Wellness

Il mercato del Sexual Wellness ha sviluppato 77 miliardi di dollari nel 2021 e con una previsione di 112 miliardi entro il 2030 e un tasso di crescita dell’8,5% annuo tra il 2022 e il 2030.

Fra i prodotti che stanno guadagnando sempre più attenzione e sviluppo ci sono i sex toy e Dafne si sta muovendo anche in questo senso con un nuovo prodotto che sarà lanciato proprio in questi giorni.

La startup è una delle prime aziende che porta avanti il compito di avere una produzione Made in Italy ed ecosostenibile. Dafne, infatti, parte da un biomateriale ricavato da microrganismi con un ciclo di vita simile al legno.  Un materiale quindi completamente nuovo, adatto a sostituire le comuni plastiche e siliconi.

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La PMI tecnologica GAV Projects raccoglie oltre 360mila euro su Mamacrowd per sviluppare i “miniversi”

La PMI Innovativa GAV Project, ha chiuso con la raccolta di 360 mila euro la sua prima campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd grazie a 80 investitori

 

 

GAV Projects, PMI Innovativa fondata nel 2018 a San Prisco in provincia di Caserta, è specializzata nello sviluppo di soluzioni immersive attraverso l’impiego di Realtà Aumentata, Realtà Virtuale, Intelligenza Artificiale e Metaverso.

La società ha chiuso con oltre 360 mila euro di raccolta la sua campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd per finanziare il progetto “Miniverz”, generatore no-code di siti web immersivi (qui la nostra scheda di Crowd Monitor).

L’obiettivo minimo di 200 mila euro era stato superato nelle prime 48 ore e, grazie a oltre 80 investitori, la raccolta è cresciuta fino a raggiungere l’importo che consentirà a GAV di sviluppare il nuovo progetto.

“Siamo molto felici dell’interesse che il nostro progetto ha riscosso e siamo grati della fiducia che gli investitori hanno riposto in noi. Con la raccolta di questi fondi svilupperemo “Miniverz”, una piattaforma no-code che consentirà a tutti di creare il proprio Miniverso, anche senza alcuna competenza tecnica” – afferma Antonio Monaco, CEO e founder.

“Miniverz” rappresenta una novità nel mondo della creazione dei siti web. La piattaforma permette infatti di generare “Miniversi”, cioè siti web immersivi che trasformano l’esperienza online degli utenti.

Una caratteristica che apre le porte a un’ampia gamma di utenti, consentendo a ciascuna persona di esprimere la propria creatività senza ostacoli.

GAV Projects è al lavoro su un sistema di concierge virtuali guidati da intelligenza artificiale che forniranno assistenza e consulenza agli utenti che navigheranno nel metaverso. Sta inoltre sviluppando una sofisticata tecnologia per animare il volto degli avatar sulla base delle parole pronunciate dagli utenti stessi.

Intanto, la società punta a chiudere il 2023 con un fatturato di già quasi mezzo milione, rispetto ai 278 mila nel 2022, quanto l’EBITDA era stato del 22%.

Risultati raggiunti grazie anche alla collaborazione con prestigiosi clienti come l’Università di Napoli Federico II, ToiletPaper Magazine, Dompè e alla partnership con E&Y.

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ITASolidale, con il supporto di Produzioni dal Basso, stanzia 40k a sostegno degli Enti del Terzo settore che operano nei territori colpiti dall’alluvione

Gli Enti del Terzo settore di Forlì-Cesena e Ravenna possono candidare il proprio progetto sulla piattaforma Produzioni dal Basso per ottenere un finanziamento a fondo perduto

 

 

A quattro mesi di distanza si contano ancora i danni dell’alluvione che lo scorso maggio ha colpito in modo devastante alcuni territori dell’Emilia-Romagna, procurando danni e distruzione in varie province.

Le agenzie ITAS Mutua Assicurazioni di Forlì-Cesena, Ravenna e Faenza, insieme ad ITASolidale ETS, ente senza scopo di lucro costituito da ITAS Mutua, si sono subito attivate per organizzare una raccolta fondi straordinaria, che ha visto la partecipazione anche di numerosi dipendenti ed agenti.

Sono stati raccolti complessivamente €40.000 che ora ITASolidale,  Associazione Gruppo agenti ITAS e Comitato per la solidarietà dei dipendenti ITAS, mette a disposizione con un bando di finanziamento a fondo perduto, per sostenere e accompagnare gli Enti di Terzo Settore impegnati nella fase post-emergenziale; per fornire risorse a progetti finalizzati al sostegno delle persone colpite dall’alluvione, ed esprimere il valore della presenza di una mutua sulle comunità.

Il bando si rivolge ad enti del terzo settore come onlus, organizzazioni di volontariato (ODV), cooperative sociali, associazioni di promozione sociale (APS), ed enti non governativi (ONG), attivi da almeno 12 mesi e abbiano sede nei comuni delle Province di Forlì-Cesena e Ravenna.

Le candidature vanno presentate nella pagina dedicata su Produzioni dal Basso, prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation – e saranno selezionati dalla Commissione Progetti di ITASolidale, che effettuerà la propria valutazione.

Inoltre, gli Enti destinatari del contributo a fondo perduto, qualora vorranno, potranno chiedere l’utilizzo gratuito della piattaforma Produzioni dal Basso, per finanziare in crowdfunding ulteriori progetti che andranno a sostenere persone e realtà del terzo settore, vittime dell’alluvione.

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Nuovo regolamento europeo: Mamacrowd lancia cinque campagne, tutte con scadenza 10 novembre

La scadenza del 10 novembre per l’entrata in vigore del nuovo regolamento Ue spinge Mamacrowd a lanciare 5 campagne, tutte con scadenza entro tale data

L’authority italiana (Consob e Banca D’Italia) avrebbe imposto che le campagne lanciate con il vecchio regime regolamentare sull’equity crowdfunding non possono essere online dopo il 10 novembre, data ultima per l’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo sul crowdinvesting.

Mamacrowd ha dunque deciso, d’accordo con i proponenti, di lanciare ben cinque campagne di equity crowdfunding, tutte con scadenza 10 novembre, per evitare ogni possibile problema regolamentare.

Ricordiamo che, ad oggi, nessuna piattaforma italiana ha ancora ottenuto l’autorizzazione europea e che, in sua assenza, le piattaforme non possono operare dopo il 10 novembre.

Nell’incertezza, Mamacrowd ha dunque preferito consigliare le imprese di lanciare i propri round in questi giorni e di chiuderli entro la data ultima in cui sarà in vigore il vecchio regolamento.

Uno scenario che genera un affollamento di proposte d’investimento, anomalo per il crowdfunding italiano, soprattutto dato l’attuale momento di difficoltà macroeconomica.

Vediamo in sintesi i cinque round

Mealthie

Specializzata in Healthy Food, Mealthie è la startup innovativa nata a Milano nel 2021, con l’obiettivo di proporre piatti freschi, bilanciati e di alta qualità. Una filosofia che mette al primo posto la salute di chi crede che il benessere cominci dalla tavola.

Tra il 2021 e il 2022, Mealthie ha incrementato il proprio fatturato del 200%, passando da 215.000 euro a 676.000 euro. Traguardo che si conta di superare ulteriormente nel 2023, con l’obiettivo fissato a 1.200.000 euro.

Il round punta a un obiettivo di raccolta minimo di 150.000 euro con una valutazione pre-money di 5,3 milioni (qui la nostra scheda su Crowd Monitor).

Biova Project

Biova Project nasce per dare una seconda vita ai surplus alimentari che rischiano di diventare scarto. Nata nel 2019, Biova ha scelto la birra come primo prodotto per testare il proprio modello sul mercato: una gamma di birre nate per contrastare lo spreco alimentare, estratte da pane invenduto, sfridi di pasta e rotture di riso. Da 150 Kg di pane invenduto vengono prodotti 2.500 litri di birra artigianale, risparmiando il 30% di materie prime vergini.

Ad oggi i prodotti di Biova si possono trovare sugli scaffali di importanti catene dell’Ho.re.ca e anche in GDO come in COOP Nord Ovest e Carrefour, su Cortilia e presso tantissimi altri distributori. Grazie a partnership di successo sono servite anche catene come Capatoast (40 ristoranti) e Ikea Italia (22 ristoranti e bar). I prodotti stanno avendo un buon riscontro anche nell’hotellerie di lusso (Melia, Mandarin Oriental, Nh, Radisson).

Biova è al suo terzo round di equity crowdfunding e punta a un obiettivo di raccolta minimo di 500.000 euro con una valutazione pre-money di 6 milioni (qui la nostra scheda su Crowd Monitor).

Jamin

Jamin Portofino UnderWaterWines, società benefit, è una PMI innovativa specializzata nella fornitura di servizi ingegneristici per tecnologie e metodologie di affinamento subacqueo. Il suo metodo ecosostenibile è applicabile al vino, ai distillati e ad altri prodotti alimentari allo stato liquido. Attualmente il suo modello di affiliazione costituisce l’unico network a livello internazionale di cantine subacquee.

Dopo l’esperienza acquisita con il modello Jamin 1.0 orientato su private label, l’azienda ha inaugurato Jamin 2.0, prevalentemente B2B e che affianca il precedente. Jamin permette a qualunque imprenditore di aprire in autonomia la propria cantina subacquea.

Jamin è al suo secondo round di equity crowdfunding. Nella prima campagna aveva raccolto 600 mila euro grazie a 270 investitori, mentre in questo round e punta a un obiettivo di raccolta minimo di 200.000 euro con una valutazione pre-money di 4,3 milioni (qui la nostra scheda su Crowd Monitor).

Paesano

Paesano è una startup innovativa che con i suoi liquori si rivolge al mondo dell’hotellerie e dei cocktail bar. Utilizza solo materie prime con provenienza certificata, unendo la tradizione di Sicilia all’innovazione appresa grazie a studi di ricerca e sviluppo nel campo delle biotecnologie alimentari.

L’unicità dei liquori Paesano e la distinzione marcata con la concorrenza, risiedono nell’utilizzo di ingredienti ad alta concentrazione (fino al 50% di frutta nel totale delle ricette).

Ad oggi Paesano ha venduto oltre 40.000 bottiglie e possiede rapporti commerciali con 16 nazioni, 13 europee oltre che in Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti, con un peso dell’estero sul fatturato totale del 65%.

La società punta a un obiettivo di raccolta minimo di 80.000 euro con una valutazione pre-money di 1,8 milioni (qui la nostra scheda su Crowd Monitor).

Wikipoint

Wikipoint è una piattaforma B2B2C che realizza il 3D Social Network solidale. La missione è consentire la creazione di un nuovo canale di presenza digitale, mediante la ricostruzione fedele di location iconiche del mondo reale (New York, Parigi, Roma, Milano e molte altre).

Nella piattaforma, le PMI trovano un modo efficace per gestire i temi fondamentali che sono parte di una strategia di Digital Marketing, quali la visibilità verso gli utenti, la creazione di nuovi contatti (lead generation) e la vendita online. Una suite completa di strumenti utilizzabili sia all’interno che all’esterno del mondo 3D virtuale.

Wikipoint è al suo secondo round di equity crowdfunding. Nella prima campagna aveva raccolto 672 mila euro grazie a 309 investitori, mentre in questo round e punta a un obiettivo di raccolta minimo di 100.000 euro con una valutazione pre-money di 6,49 milioni (qui la nostra scheda su Crowd Monitor).

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InnovUp e Italian Tech Alliance denunciano le conseguenze dannose del Ddl “Made In Italy” su Start-Up e PMI innovative

InnovUp e Italian Tech Alliance contestano lo spostamento di 300 milioni dal fondo per il sostegno al Venture Capital a un nuovo fondo per lo sviluppo del Made in Italy

 

 

InnovUp – Italian Innovation & Startup Ecosystem, Associazione che riunisce e rappresenta l’ecosistema italiano dell’imprenditorialità innovativa, e Italian Tech Alliance, l’Associazione italiana del venture capital, degli investitori in innovazione e delle Start-Up e PMI innovative italiane, denunciano assieme le conseguenze potenzialmente dannose che il Ddl “Made In Italy” potrebbe avere su Start-Up e PMI innovative oltre che su tutti gli operatori della filiera del venture business.

Infatti, il Disegno di legge sul Made in Italy, approvato dal Consiglio dei Ministri il 31 maggio scorso e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 3 agosto, che ha come obiettivo la valorizzazione e la promozione delle eccellenze e del patrimonio artistico-culturale nazionale, prevede di fatto la revoca di 300 milioni di euro destinati al Fondo per il sostegno al Venture Capital costituito presso il MIMIT (all’Art. 4 comma 4 punto B). L’obiettivo della legge è di finanziare un nuovo fondo dedicato al Made in Italy.

Ricordiamo peraltro che tali risorse avrebbero come destinatario finale Start-Up, PMI innovative e fondi di venture capital.

Uno spostamento di risorse tra fondi che non devono e non possono essere in concorrenza ma sono, bensì, complementari perché la scienza, la ricerca e l’innovazione sono la miglior parte del Made in Italy e non si possono penalizzare né l’una né l’altra.

Dall’innovazione, dalle Start-Up e dalla contaminazione tra queste, le nostre PMI e le “multinazionali tascabili”, passa il futuro dello sviluppo economico del Paese.

È un’operazione in netta controtendenza con la direzione intrapresa nel 2019 con il lancio del Fondo Nazionale Innovazione, Cdp Venture Capital, creato con l’obiettivo di favorire la crescita delle nuove imprese tecnologiche e supportare l’economia dell’innovazione.

Dalla sua nascita ad oggi il Fondo è stato sostenuto da tutti i Governi che si sono succeduti, anche con significativi aumenti negli stanziamenti, contribuendo così a recuperare il ritardo italiano nei confronti delle Nazioni del G20.

Per questa ragione, InnovUp e Italian Tech Alliance esprimono forte preoccupazione per la misura adottata e si stanno muovendo affinché i fondi in questione restino nelle disponibilità di CDP Venture Capital, anche chiedendo un urgente incontro con la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per chiarire l’orientamento politico del Governo sul settore.

Giorgio Ciron, Direttore di InnovUp afferma: “Per un settore che conta più di 17mila tra Start-Up e PMI innovative con un fatturato complessivo di 9,5 miliardi di euro solo nel 2022 e in grado di movimentare oltre 2 miliardi di investimenti di capitale di rischio, i fondi messi a disposizione di CDP Venture Capital per le Start- Up sono di vitale importanza per favorire la crescita di tutta la filiera dell’innovazione nazionale”.

Ciron inoltre ha sottolineato che le Start-Up rappresentano il più forte segmento di crescita del PIL in ciascuna economia occidentale, nonché il più importante driver di crescita occupazionale della nostra economia; nell’ultimo anno hanno contribuito alla creazione di nuovi posti di lavoro con un saldo positivo di 343 mila addetti, valore pari a circa i due terzi del saldo occupazionale netto complessivo (dati Cerved, 2022)”.

Francesco Cerruti, Direttore Generale di Italian Tech Alliance spiega: “Siamo rimasti colpiti nell’apprendere che, almeno nelle intenzioni iniziali, parte dello stanziamento previsto per lanciare il fondo Made in Italy proverrebbe direttamente da risorse fino ad oggi destinate a sostenere l’ecosistema dell’innovazione. Siamo convinti del fatto che le imprese innovative possono giocare un ruolo chiave nel rilancio sociale ed economico del Paese, così come avviene all’estero, e ci adopereremo affinché la dotazione in capo a CDP Venture Capital non solo non venga ridirezionata, ma possa aumentare nei prossimi mesi, così come possa essere fatta a breve chiarezza sui vertici del veicolo, da mesi in attesa di una conferma.

Secondo Cerruti è inoltre fondamentale cambiare l’approccio complessivo alle Start-Up p e alle imprese innovative, che non debbono più essere trattate come le imprese del futuro, ma come realtà capaci nel presente di contribuire considerevolmente alla creazione di posti di lavoro e al benessere sociale.

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Eco Lab lancia il primo detergente green nanotecnologico e supera l’obiettivo minimo nel suo round di equity crowdfunding

Eco Lab, startup con 1 milione di ricavi, ha lanciato una campagna su Crowdfundme per sbarcare nella grande distribuzione, superando in 10 giorni l’obiettivo minimo

 

 

Eco Lab è una startup innovativa che realizza prodotti detergenti, 100% naturali, per casa, cosmesi, auto, pet e barca, ha lanciato una campagna di equity crowdfunding su CrowdFundMe. Il primo obiettivo di raccolta, pari a 150mila euro, è già stato superato e ora la società punta all’obiettivo massimo di 600mila euro.

Il round ha già coinvolto 20 investitori che hanno investito per una valutazione pre-money dell’azienda pari 2,8 milioni (qui la nostra scheda su Crowd Monitor).

I capitali consentiranno all’azienda, con sede legale a Bari, di installare nuove linee produttive presso lo stabilimento produttivo di Cornate d’Adda (Monza e Brianza), di sviluppare il primo detergente nanotecnologico e di accelerare il suo sbarco nel mercato B2C attraverso i canali dell’e-commerce e della grande distribuzione.

Ricavi per 1 milione in soli due anni

Fondata nel 2021 dall’attuale Ceo, Paolo Monzani, imprenditore seriale, Eco Lab stima di superare 1 milione di euro di ricavi nel 2023.

La società offre prodotti validati dall’Università di Ferrara e dal laboratorio accreditato Medilabor che non sono nocivi per l’uomo e che possiedono i requisiti per essere certificati sia Ecolabel (etichetta europea) che presidio medico chirurgico.

L’azienda detiene lo sfruttamento in esclusiva del brevetto Blu Esprit Base, detergente multi-superficie completamente naturale e privo di controindicazioni, nel caso di ingerimento, inalazione o contatto con le mucose.

Oltre alla sicurezza, Eco Lab punta anche sul rispetto dell’ambiente, con l’ideazione presente e futura di prodotti 100% naturali e biodegradabili e la realizzazione di sgrassanti e oli essenziali che riutilizzeranno gli oli di frittura, per dare nuova vita a sostanze altamente inquinanti e difficilmente smaltibili.

Un futuro prossimo dedicato all’innovazione di prodotto

I nuovi prodotti che verranno prossimamente lanciati per le linee casa, auto e barca, ogni flacone permetteranno il risparmio di mille litri d’acqua (un lavaggio d’auto tradizionale prevede l’impiego di 150 litri).

Vincitrice del bando Smart&Start economia circolare e del premio America Innovazione, proprio per la sua attenzione alla sostenibilità, Eco Lab, i cui prodotti saranno presto presenti su Amazon, ha avviato una partnership con le ASL (per € 200.000 di fornitura) e ne sta sviluppando altre, anche nel Nord Italia, sia con altre realtà ospedaliere che aziendali.

Oltre al fondatore, il team aziendale vanta figure con esperienza trentennale nel mondo della ricerca e vendita farmaceutica e cosmetica, come Maria Rosa Bozzi, responsabile del laboratorio di microbiologia ed Ernesto Bozzi, responsabile commerciale.

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Nel suo secondo round di equity crowdfunding, Out-Of raccoglie 2,4 milioni in due settimane

A soli 15 giorni dal lancio, il secondo round di Out-Of su Mamacrowd ha raccolto 2,4 milioni. La PMI innovativa produce e vende accessori innovativi per lo sport

 

 

A sole due settimane dal lancio su Mamacrowd, il secondo round di equity crowdfunding di Out-Of ha già raccolto 2,4 milioni di euro grazie a oltre 370 investitori e a fronte di un obiettivo minimo di 1 milione.

In questa seconda campagna (qui la nostra scheda su Crowd Monitor), la valutazione pre-money della PMI innovativa è di 40 milioni, mentre era di 4 milioni la valutazione post money del primo round, chiuso nel 2020, che aveva raccolto 1 milione da 453 investitori.

Una tecnologia di successo

Out Of è stata fondata nel 2017 dai due fratelli Righi, Federico un fisico laureato con lode all’Università di Milano e Roberto, Designer di Prodotto laureato al Politecnico.

La società aveva lanciato Electra, una maschera da sci con una lente a cristalli liquidi in grado di adattarsi alla luce in meno di 1 secondo, automaticamente e senza utilizzare batterie.

Nel pitch su Mamacrowd si legge che solo dal 2021 al 2022 Out Of ha registrato una crescita del 160%, chiudendo il 2022 con un fatturato di 1.83 M€. Ad oggi ha oltre 800 account B2B attivi corrispondenti a circa 1200 punti vendita e il trend di crescita è confermato anche per il 2023 per il quale è previsto un fatturato di 3,2 milioni.

Federico Righi, Ceo dell’azienda, ha raccontato a Startup News: «Nel 2020, appena chiusa la campagna, abbiamo prodotto e consegnato Electra, il primo prodotto sul mercato con la nostra tecnologia a cristalli liquidi, ma non solo. Da quel momento siamo stati sommersi da richieste da parte di alcuni dei gruppi più grandi al mondo nei settori dei caschi da moto, del lusso, dell’ottica e dei dispositivi di protezione individuali».

I prodotti di Out Of con lenti elettroniche hanno vinto i principali premi al mondo sia nel campo dello sport, come l’ISPO Award nel 2021, sia dell’ottica, come il SILMO d’Or del 2022.

I piani per il futuro

Sull’onda del successo, la società ha deciso di dividere il brand sportivo Out Of dal brand della tecnologia, IRID, sviluppandoli in parallelo.

IRID® sarà quindi una tecnologia brandizzata, un cosiddetto brand ingrediente, conosciuta dal pubblico finale, ma che opera solo sul canale B2B e che promuove la tecnologia e le sue varie applicazioni in ogni campo.

Out Of, invece, rimarrà un brand sportivo e active lifestyle che sviluppa e commercializza, attraverso canali B2B e B2C, prodotti innovativi, inclusi quelli che sfruttano la tecnologia IRID.

I fondi raccolti verranno utilizzati per portare avanti la ricerca e lo sviluppo della tecnologia in tutte le sue applicazioni, per il marketing, per ottenere un brand di tecnologia riconosciuto a livello globale e per implementare una linea di produzione completamente automatizzata interna, andando a completare i processi produttivi che già vengono gestiti in sede.

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Secondo il report del Politecnico di Milano, il crowdfunding immobiliare nel mondo ha raccolto oltre € 45 miliardi

Secondo la sesta edizione del Real Estate Crowdfunding Report del Politecnico di Milano e Walliance, investiti oltre € 45 miliardi nel mondo con il real estate crowdfunding

 

 

In Italia, il settore dell’immobiliare ha conosciuto il fenomeno della finanza alternativa legata al crowdinvesting con la nascita della prima piattaforma, Walliance, nel 2017, quando negli Stati Uniti era invece un sistema di accesso alle risorse finanziarie già conosciuto e diffuso.

In questi anni, il fenomeno ha continuato ad acquisire sempre più popolarità sia tra chi lo ha scelto come soluzione di investimento che come soluzione per finanziarsi.

E infatti, secondo il sesto Real Estate Crowdfunding Report, redatto dal gruppo di ricerca dell’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, guidato dal prof. Giancarlo Giudici e finanziato da Walliance, a livello mondiale il settore vanta una raccolta cumulata di € 45,2 miliardi.

Mostrando quindi una grande crescita rispetto ai € 36 miliardi raccolti un anno prima, dopo il rallentamento post pandemia.

Le piattaforme di crowdfunding analizzate nella ricerca – che comprende solo quelle attive – sono 146, di cui 79 nell’Unione Europea, 24 negli Stati Uniti e 43 nel resto del mondo.

Di queste 39 piattaforme operano nell’equity, 91 offrono investimenti lending, e 15 offrono opportunità di investimento ibride, che combinano caratteristiche tipiche sia del lending che dell’equity. È il caso, ad esempio, del debito mezzanino, una forma di debito subordinato rispetto ad altri prestiti come quelli bancari, a metà strada tra debito ed equity.

Il crowdfunding immobiliare nell’Unione Europea

A livello UE, il Real Estate Crowdfunding (RECF) ha raccolto circa € 9,8 miliardi, di cui € 2,8 miliardi nel solo 2022.

I mercati più importanti sono la Francia (con oltre € 1,3 miliardi raccolti nel 2022), la Germania (con un balzo di € 629 milioni) e l’Estonia (€ 210 milioni). L’Italia si conferma anche quest’anno al quarto posto.

La maggior parte dei finanziamenti (87,9%) è stata dedicata a progetti di tipo residenziale e, nel complesso, è emerso che le preferenze degli investitori europei ricadono su contesti urbani (58%) e su interventi di nuova costruzione (64%), piuttosto che di ristrutturazione.

Rispetto al campione totale di 79 piattaforme censite, focalizzando l’analisi sui 25 portali che hanno raccolto le cifre più significative, si nota che la tedesca Exporo è sempre in testa alla classifica, con una raccolta totale che supera € 1 miliardo e che solo una piattaforma italiana, Walliance, è presente in classifica al 22° posto.

In funzione delle opportunità concesse dalle normative in ogni Paese, alcune piattaforme di RECF hanno progressivamente adattato la propria offerta di servizi, sviluppando un mercato secondario: dei marketplace propri, attraverso i quali gli utenti possono vendere e/o acquistare le azioni e/o i prestiti sottoscritti durante la campagna di finanziamento dei progetti. La nuova normativa ECSP consente alle piattaforme dell’Unione Europea di pubblicare una “bacheca” degli annunci di acquisto o vendita.

Il crowdfunding immobiliare in Italia

In Italia, il fenomeno del crowdfunding immobiliare è più recente rispetto al resto d’Europa ma la crescita del mercato prosegue senza tregua, anche e soprattutto nel 2022.

Le piattaforme specializzate nel real estate sono salite a 28, di cui 11 di tipo equity e ben 17 di tipo lending. La ricerca ha individuato – fino alla data del 30/06/2023 – 1.113 campagne chiuse con successo, che hanno raccolto € 434,92 milioni.

Negli ultimi 12 mesi (luglio 2022 – giugno 2023) sono state registrate esattamente 500 campagne (di cui 27 equity e tutte le altre lending) e la raccolta è stata pari a € 172,55 milioni, con una crescita del 35% rispetto al periodo precedente.

Si consolida la quota di mercato delle ristrutturazioni (87%) rispetto alle costruzioni ex novo e il 67% è localizzato in contesti urbani.

Da un punto di vista economico, è interessante quanto la raccolta in crowdfunding incida sul budget totale dei progetti immobiliari.

Per i portali equity, la raccolta rappresenta quasi sempre una frazione minoritaria del budget; il valore medio è pari al 28% e solo nel 4% dei casi la percentuale supera il 75%. Nel 50% dei progetti dell’ultimo anno questo dato è addirittura inferiore al 20%.

Nel lending, invece, la percentuale tende ad essere più consistente, perché la dimensione del progetto è in genere più contenuta: il valore medio è, infatti, del 46% e, nel 13% delle campagne, l’incidenza della raccolta supera il 90%.

Prospettive di crescita

La congiuntura internazionale, con inflazione crescente soprattutto sui costi dell’energia e delle materie prime (oltre alle difficoltà di approvvigionamento) e tassi di interesse in aumento, non sembra avere frenato il crowdfunding immobiliare. Gli investitori sembrano apprezzare la maggiore familiarità con il contesto del real estate (più facile da capire rispetto ad altri progetti di crowdfunding) e le maturity più basse.

In Italia il target è di arrivare a un cumulato di poco inferiore a € 600 milioni, in funzione però della velocità di autorizzazione delle piattaforme (alla data del 01/08/2023 nessun portale italiano ha ottenuto il via libera dalle autorità nazionali)

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In Europa 58 piattaforme di crowdinvesting sono state autorizzate con il nuovo regolamento. Italia ancora assente

Sono 12 i paesi europei ad avere autorizzato almeno un portale di Crowdinvesting ai sensi del nuovo regolamento europeo. In Italia nessuna autorizzazione ancora in vista

 

 

I Paesi europei procedono spediti con l’autorizzazione per le piattaforme ad operare ai sensi del nuovo regolamento europeo sul crowdfunding.

Quelli dove è stata concessa almeno un’autorizzazione, infatti, sono diventati 12 dai 5 della nostra precedente rilevazione a Febbraio 2023.

Le piattaforme autorizzate sono 58 (a Febbraio erano 18), di cui la maggior parte in Francia (15) e nei Paesi Bassi (12), seguite dalle 8 della Spagna e dalle 6 della Lituania. Tra i nuovi Paesi ad avere autorizzato almeno una piattaforma spicca la Germania (si veda la nostra tabella in coda all’articolo).

Ricordiamo che, secondo le nuove regole, un fornitore di crowdfunding per poter operare, anche solo nel proprio Paese, deve essere approvato dall’autorità competente entro il prossimo 10 Novembre.

Le tipologie di piattaforme autorizzate

Delle piattaforme autorizzate, 24 operano solo nell’equity crowdfunding, 14 solo nel lending crowdfunding e ben 20 hanno ottenuto l’autorizzazione per entrambe le tipologie.

Tra le 24 di solo Equity, la Francia ne ha autorizzate la metà (12), 4 i Paesi Bassi, 3 la Svezia, 2 la Spagna e una ciascuno, Belgio, Austria e Lettonia.

Delle 20 autorizzate per entrambe le tipologie, ne ha ottenute 6 la Spagna, seguita dai Paesi Bassi con 4 e dalla Francia con 3. Mentre Belgio e Slovacchia ne hanno autorizzate 2 e una ciascuna Germania, Estonia e Lituania.

Infine, per il solo Lending, la Lituania ne ha autorizzate 5, Paesi Bassi 4 e la Svezia 2. Belgio, Estonia e Romania ne hanno autorizzata una.

Tra i grandi Paesi manca solo l’Italia

Come si può notare, dall’elenco manca solo l’Italia, nonostante l’elevato numero di piattaforme che operano nel nostro Paese, alcune ormai da diversi anni.

In particolare, le piattaforme di equity crowdfunding che quest’anno hanno lanciato e chiuso almeno una campagna, e dunque già autorizzate a suo tempo da Consob, sono 17 (fonte: osservatorio Crowdfunding Buzz).

I portali di lending crowdfunding operativi quest’anno sono circa 25, tra quelli specializzati in real estate, quelli dedicati ai prestiti alle PMI e quelli che offrono entrambe le asset class (fonte: osservatorio Crowdfunding Buzz e 8° report italiano sul crowdinvesting).

Le cause del ritardo

Il grave ritardo dell’Italia dipende in primo luogo dai tempi lunghissimi con cui i Governi in carica tra il 2020 e il 2022 hanno recepito la direttiva europea e, soprattutto, hanno nominato formalmente l’autorità competente a concedere le autorizzazioni. Ciò è avvenuto solo ad Aprile 2023 con la nomina di Consob e Banca d’Italia (DL n. 30 del 10 marzo 2023, entrato in vigore il 8 Aprile).

E Consob, sebbene a tempo di record, è riuscita a rilasciare il decreto attuativo del regolamento solo il 1 Giugno (si veda l’articolo di Crowdfunding Buzz).

Di fatto, le piattaforme italiane hanno potuto procedere a presentare le prime domande di autorizzazione solo nella seconda metà di giugno, poco più di due mesi fa.

Lo scorso 20 Luglio, in occasione della presentazione dell’ottavo Report italiano sul Crowdinvesting realizzato dall’Osservatorio omonimo della School of Management del Politecnico di Milano, la dott.ssa Emma Iannaccone di Consob aveva riferito che alla data, le domande depositate erano 25 (si veda l’articolo di Crowdfunding Buzz).

Dunque, poco più della metà di quelle che hanno lanciato almeno una campagna nel corso del 2023. Non pochissime.

Oltre ai necessari tempi tecnici, peraltro previsti dal regolamento stesso, sembrerebbe però che molte piattaforme lamentino un’eccessiva puntigliosità nelle richieste aggiuntive dell’Autorità, soprattutto relative a organizzazione, bilanci previsionali e modello di business, che sono di competenza di Banca d’Italia e che sarebbero oltretutto sproporzionate rispetto alla dimensione delle aziende che gestiscono i portali.

Tali richieste, che in altri Paesi non vengono fatte dalle rispettive Autorità locali, ritarderebbero ulteriormente il processo autorizzativo.

Le possibili conseguenze

Qualora le domande non venissero accolte e approvate entro il 10 Novembre, le piattaforme italiane non potrebbero operare, cancellando così interamente il crowdinvesting, cioè il mercato della finanza complementare.

Anche solo l’incertezza su quando una piattaforma potrà ottenere l’autorizzazione creerà un forte disagio. Per esempio, sembra che una campagna lanciata poniamo ad Ottobre, non potrà essere proseguita oltre il termine del 10 novembre in quanto autorizzata in base alle precedenti regole. Dunque a Ottobre è probabile che il mercato si fermerà.

Infine, oltre al ritardo temporale, se fosse accertato che le richieste di compliance dell’Autorità italiana fossero molto maggiori e restrittive rispetto a quelle delle altre autorità europee, si genererebbe un evidente squilibrio tra l’Italia e gli altri mercati europei.

Oltre ad essere palesemente contrario allo spirito con cui è nato il Regolamento europeo (rendere l’Europa un mercato unico con pari opportunità per aziende e investitori), ciò penalizzerebbe enormemente non solo le piattaforme di crowdinvesting italiane, ma anche le startup e le PMI e, non ultimi, gli investitori.

Confidiamo che l’Autorità, nello spirito di collaborazione che l’ha sempre contraddistinta, sarà in grado di trovare la via per scongiurare questi rischi.

Crowdfunding Service Providers autorizzati in UE ad agosto 2023

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