Mese: Luglio 2022

Xolid chiude un round da 5 milioni di euro sulla piattaforma di equity crowdfunding Crowdfundme

La raccolta di Xolid per il brand Atiu, record per l’equity crowdfunding nel 2022, è stata trainata dal lead investor Luca Pretto e da altri 20 investitori

 

 

Nei giorni scorsi, Xolid Srl, PMI innovativa proprietaria del brand Atiu e specializzata nella decorazione eco-friendly del vetro per il packaging, ha chiuso un round di equity crowdfunding da 5 milioni di euro su CrowdFundMe. La raccolta è stata trainata dal lead investor Luca Pretto, attraverso la Luca Pretto Holding che ha investito 2,5 milioni, affiancato da altri 20 investitori istituzionali e retail.

Xolid, fondata dagli imprenditori Alessandro Volpato e Tito Trevisan e con sede nel veronese, ha sviluppato una tecnologia proprietaria – brandizzata “Atiu” – per la decorazione di bottiglie o contenitori attraverso la sublimazione di vetro, ceramica, alluminio e altri materiali duri. Il sistema è stato totalmente sviluppato in-house dopo circa 10 anni di attività di ricerca sui materiali e sui processi produttivi. Nel 2021 – «anno 0» di attività – la società ha generato ricavi pari a 1,4 milioni di euro con ca. 40 clienti nel secondo semestre dell’anno.

Inoltre la soluzione è “Environment-friendly”, in quanto, grazie all’utilizzo di vernice ad acqua, il prodotto è 100% riciclabile e, tramite la stampa ink-to-glass, non necessità la presenza di pellicole di plastica removibili sul prodotto finale.

Siamo soddisfatti di questo risultato, molto bello che il lavoro di ricerca di questi anni sia stato riconosciuto e possa ora esprimersi al meglio”, dichiara Tito Trevisan. Alessandro Volpato aggiunge: “Ora abbiamo la possibilità di crescere ad altri ritmi. Con l’aiuto di nuove finanze, un pool di investitori importanti e nuovi collaboratori. È ora di cambiare marcia”.

La soluzione ATIU è particolarmente apprezzata nei segmenti ‘Premium’ o ‘Luxury’ dove il packaging (es. ampolle di profumi, bottiglie di bevande di alta qualità etc.) è uno strumento essenziale di merchandising e di brand communication.

I capitali raccolti da Xolid – che è stata supportata dall’advisor Banor SIM – serviranno per realizzare una linea produttiva ex novo e aumentare la capacità produttiva, grazie alla creazione di un nuovo stabilimento in grado di soddisfare la domanda esistente sempre più crescente. Attraverso questa strategia, l’emittente sarà in grado di implementare una forte riduzione dei costi e una maggior marginalità.

I 5 milioni raccolti da Xolid dimostrano che l’Equity Crowdfunding può essere uno strumento significativo per agevolare la raccolta di capitali verso le PMI – dichiara Tommaso Baldissera Pacchetti, Ceo di CrowdFundMe – La società emittente è un gioiello italiano nel panorama delle piccole e medie imprese, che rappresentano l’ossatura della nostra economia. Come CrowdFundMe siamo soddisfatti di aver dato un contributo a questa operazione”.

Per gli investitori Luca Pretto dichiara: “Sono entusiasta dell’idea, del prodotto e del mercato di riferimento. Il team è preparato e molto affiatato, credo si possano raggiungere in breve tempo ottimi risultati”.

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Digital Gold Institute: le performance negative portano il mercato delle cripto alla maturità

Nel suo report trimestrale, Digital Gold Institute sostiene che il settore delle criptovalute è pronto per la maturità, ma occorrono educazione finanziaria e normative adeguate

 

 

Le performance in rosso del mercato delle criptovalute negli ultimi mesi ne hanno delineato un assetto più definito e strutturato, sebbene la strada per raggiungere un pieno grado di maturità sia ancora lunga. Questo contribuisce a rendere gli investitori più consapevoli dell’importanza di scegliere in maniera oculata, cercando di aumentare la loro conoscenza dei cripto-asset e attendendo che la regolamentazione del settore aiuti a fare chiarezza e ordine.

È quanto evidenzia il “XII Report su Ecosistema Bitcoin, Cripto-asset e Blockchain” del Digital Gold Institute (DGI), principale think tank italiano dedicato al fenomeno bitcoin e alla scarsità in ambito digitale, fondato e guidato dal prof. Ferdinando Ametrano (docente all’Università Bicocca, esperto di bitcoin e blockchain, con alle spalle una lunga esperienza nel mondo bancario), con la mission di offrire consulenza, formazione, ricerca e sviluppo su Bitcoin, cripto-asset e blockchain.

Il report, realizzato con cadenza trimestrale sulla base dei dati raccolti da CheckSig (spin off del think tank che ha l’obiettivo di rendere semplice e sicuro l’accesso al mondo cripto per clientela Private e istituzionali), analizza l’andamento delle criptovalute intese come asset di investimento, commenta le vicende del settore e ne mette in luce le tendenze future.

I dati del report utilizzano il Bitcoin come benchmark di riferimento per misurare l’andamento delle cripto più performanti dell’ultimo triennio, cioè Ether, ADA, MATIC, DOGE, XRP, AVAX.

I dati del secondo trimestre del 2022

Il secondo trimestre 2022 è stato uno dei peggiori nella storia di Bitcoin, con cali fino al 56%. Le performance relative delle altre principali cripto sono ancora peggiori: dal -58% di AVAX al -8,31% di ADA. Unica eccezione DOGE, che ha registrato un +9,77%. Su un arco temporale di 1 anno tutte le cripto analizzate hanno rendimenti più bassi rispetto a Bitcoin (dal -16,9 di Ether e XRP al -54% di DOGE). Solo AVAX ha una performance superiore, pari al 150,79%. A 3 anni, la situazione cambia: Bitcoin registra un rendimento di +91,95%, mentre le altre cripto, scelte appunto tra quelle che hanno performato meglio, lo superano, tranne XRP che registra un -56,4%. Ma il timore è che si tratti di mode passeggere, che tra tre anni potrebbero non essere più rilevanti, come capitato a Bitcoin Cash e Litecoin.

I commenti ai dati

Dall’analisi di questi dati emerge come la volatilità delle performance sia molto elevata. Nessun cripto-asset è in grado di mantenere continuità nella performance, nemmeno Bitcoin che però si distingue sempre per gli enormi volumi scambiati. Una riprova del fatto che Bitcoin non è una semplice moda, a differenza di tutti gli Altcoin che dopo un momentum di slancio e sovraperformance non resistono alle forze di mercato.

I rendimenti a tre cifre di molte cripto hanno alimentato un crescente interesse da parte degli investitori, creando però una bolla e ingenerando la diffusa convinzione che investire in cripto non richieda particolari analisi e competenze.”, ha dichiarato il prof. Ferdinando M. Ametrano, direttore scientifico DGI. Lo scoppio della bolla è stato salutare, consente di ‘fare pulizia’, allontanando dal mercato i player più deboli, e rappresenta un solido stimolo agli investitori ad essere più accorti nelle loro valutazioni.

Chi ha mai investitocontinua Ametranosu un titolo azionario solo in virtù delle sue performance passate? Occorre un’analisi sulla solidità della società e sui suoi fondamentali, sulla liquidità del titolo e sulle prospettive del mercato nel quale opera. Perché per le cripto dovrebbe essere diverso? Grazie agli eventi negativi di questi mesi, sono convinto che gli investitori abbiano compreso che le cripto non sono tutte uguali, e che quindi occorre saper scegliere effettuando un’analisi rischio/rendimento tutt’altro che superficiale. Una più elevata educazione finanziaria e la definizione di una normativa adeguata sono condicio sine qua non per consentire al settore delle cripto di fare un salto di maturità, che ci aspettiamo verrà compiuto nel corso dei prossimi 12 mesi”.

Il trend di lungo periodo: Bitcoin ed Ethereum pilastri portanti del settore

La sua supremazia di Bitcoin è evidente in termini di capitalizzazione di mercato (ai corsi attuali 337 miliardi di dollari, cioè 2,5 volte quella della seconda cripto, Ethereum), volumi scambiati (circa una volta e mezza Ether) longevità, liquidità, ma anche robustezza tecnologica e scalabilità. Ether, invece, è la cripto emergente: è il secondo asset digitale per anzianità e per capitalizzazione di mercato. Inoltre, Bitcoin ed Ether sono gli unici cripto-asset ad avere un mercato di futures regolamentato e molto liquido, grazie al quale hanno attirato l’interesse degli investitori istituzionali.

Il trend emergente: la regolamentazione

A fine giugno, in Europa è stato raggiunto un accordo preliminare sulla prima stesura del regolamento per i mercati delle cripto-attività (MiCA) che normerà le piattaforme di negoziazione e i portafogli in cui sono detenute, gli emittenti di stablecoin e cripto-attività non garantite. L’accordo rappresenta un primo passo importante verso standard regolamentari uniformi a livello europeo, ma la strada è ancora lunga. Anche a livello nazionale intravediamo segnali postivi su questo fronte come l’istituzione del registro dei Cripto-Asset Service Provider (CASP) che permetterà un censimento degli intermediari e degli operatori che rispettano stringenti requisiti di sicurezza e affidabilità.

Il trend auspicato: gli investitori devono affinare la loro conoscenza del settore

Il mercato manifesta un certo grado di immaturità. Le correlazioni tra Bitcoin e le altre cripto restano infatti ancora molto elevate, il che dimostra che non è ancora in grado di discriminare tra un cripto-asset e l’altro, ma tende a seguire le mode del momento. È necessario che gli investitori compiano scelte più consapevoli. Solo così, infatti, il mercato potrà essere epurato da player poco solidi e affidabili. In questo contesto, quindi, il ruolo dell’educazione finanziaria e di chi la promuove assume sempre più rilevanza.

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Il Crowdinvesting supera il miliardo di euro (1,130) di raccolta totale, ma non tutti i segnali sono positivi

Il 7mo Rapporto sul Crowdinvesting registra la crescita minibond e real estate ma anche un leggero calo complessivo. Gli operatori rimarcano il ritardo istituzionale per il regolamento UE

 

Nonostante la crescita negli ultimi 12 mesi (+27%), l’industria del crowdinvesting in Italia per la prima volta mostra un segno negativo, in particolare un -2,2% del primo semestre 2022 rispetto al secondo del 2021.

La raccolta complessiva dal 2014 ha comunque abbondantemente superato il miliardo di euro (1.129,80 milioni), confermando come il crowdinvesting sia un’ottima opportunità per le imprese che vogliono finanziarsi (in particolare per startup e PMI, più in difficoltà nel trovare capitali) e per gli investitori a caccia di rendimenti alternativi. Interessante anche il rilievo che 129 progetti di equity crowdfunding sono stati focalizzati sulla sostenibilità in chiave ESG, e hanno raccolto 58,26 milioni di euro.

A dirlo è il settimo Report italiano sul Crowdinvesting realizzato dall’Osservatorio omonimo della School of Management del Politecnico di Milano, presentato ieri mattina, che ha analizzato gli ultimi 12 mesi fino alla data del 30 giugno.

Ricordiamo che l’Osservatorio studia il sottoinsieme del crowdfunding che definisce “Crowdinvesting”, cioà equity e lending crowdfunding che consentono a persone fisiche, società e investitori istituzionali e professionali di sottoscrivere direttamente un prestito o le quote del capitale di una società.

Più in dettaglio, la raccolta annuale per l’equity crowdfunding è stata pari a 97,79 milioni di euro per i progetti non immobiliari (con un certo calo nel primo semestre 2022) cui vanno aggiunti i 44,10 milioni per quelli immobiliari. In aumento i minibond collocati sui portali, saliti a 37,63 milioni di euro: questo segmento non esisteva fino al primo semestre 2020 ed è cresciuto del 68,7%. I portali di lending contribuiscono nell’ultimo anno con 65,49 milioni di euro prestati a persone fisiche (+51,7% nonostante le poche piattaforme attive) e 102,44 milioni a imprese tramite portali generalisti (in calo nel primo semestre 2022), più 83,15 milioni da portali specializzati nell’immobiliare, al contrario in buon aumento negli ultimi 6 mesi (+56,7%) grazie soprattutto alla proliferazione dei portali.

Quanto al real estate crowdfunding (equity e lending insieme), continua la sua corsa: le piattaforme dedicate sono oggi 27 e hanno raccolto in 12 mesi ben 127,25 milioni di euro, +38,1% rispetto al periodo precedente.

La dimensione del mercato cresce poi sensibilmente se si considera anche il contributo dei portali fintech che erogano prestiti a persone fisiche e a imprese senza però raccolta dai piccoli risparmiatori di Internet: le 3 piattaforme Younited Credit, Credimi e Opyn negli ultimi anni hanno erogato quasi 4 miliardi di euro, a riprova della necessità di coinvolgere anche fondi e investitori professionali se si vuole scalare i finanziamenti in modo significativo.

La novità rilevante è il rinvio della scadenza prevista inizialmente per novembre 2022 entro la quale le piattaforme europee già operative devono adeguarsi alle procedure previste dal nuovo Regolamento ECSP (European Crowdfunding Service Providers) – commenta Giancarlo Giudici, Responsabile dell’Osservatorio Crowdinvestingcosì da rendere più uniformi le norme fra portali equity e lending e favorire l’operatività cross-border. La nuova scadenza fissata pochi giorni fa dalla Commissione Europea è novembre 2023. In Italia abbiamo assistito a un vivace dibattito sul ritardo accumulato nella definizione di alcuni punti importanti, fra cui le competenze fra Consob e Banca d’Italia. Noi auspichiamo che, ormai scongiurato il pericolo di uno stop nell’operatività, a novembre si proceda senza indugio a definire tutto quello che occorre per dare certezze agli operatori italiani e metterli in condizione di competere con i peer europei, così come è nello spirito del Regolamento ECSP. Non vorremmo ritrovarci a luglio 2023 esattamente nella stessa situazione”.

Le Tavole Rotonde

E, infatti, nel corso della prima tavola rotonda della giornata, moderata da Danilo Maiocchi di Innexta, Concetta Galasso di Banca d’Italia, Emma Iannaccone di Consob, Diego Valiante della Commissione Europea e Francesca Passeri di European Crowdfunding Network hanno tutti sottolineato come sia imprescindibile per le piattaforme già da ora iniziare a strutturarsi, senza aspettare il termine ultimo ora procrastinato a Novembre 2023.

Tuttavia, nella seconda tavola rotonda, moderata dal nostro Fabio Allegreni, AD di Edibeez, Alessandro Lerro, presidente di AIEC e del comitato scientifico di Assofintech, ha nuovamente sottolineato (v. altro articolo di Crowdfunding Buzz) che a livello europeo non sono stati ancora formalmente approvati molti dei sub-regolamenti e, soprattutto, che nonostante Consob e Banca d’Italia siano già d’accordo su come gestire le autorizzazioni e la vigilanza, tale norma deve essere approvata dal Parlamento italiano. In questo senso, sono già stati fatti tre tentativi inserendo la norma in altrettante leggi in discussione, sempre rigettati per incompatibilità con il tipo di legge.

Giacomo Bertoldi, CEO di Walliance, ha altresì sottolineato che le difficoltà per una piattaforma non si fermano alla richiesta di autorizzazione, ma se si vuole operare in altri Paesi europei è necessario adattarsi alle regole di diritto privato e fiscale locali. Proprio in questo senso, Leonardo Frigiolini, Ceo di Fundera, piattaforma leader nel collocamento dei minibond, ha sollecitato le piattaforme a fare sistema e a spingere soprattutto per l’armonizzazione delle regole fiscali europee, un passo avanti che consentirebbe veramente agli investitori qualificati e non di investire direttamente nell’economia reale e costituire così per le imprese un’alternativa reale al finanziamento bancario. Solo in Italia, questa capacità di fuoco ammonta a 1.800 miliardi, pari al 70% del debito pubblico.

Il concetto di “fare sistema” è stato ripreso anche da Andrea Gilardoni, fondatore di Rendimento Etico, piattaforma leader del crowdfunding immobiliare, che auspica un monitoraggio più attento dei proponenti, magari condividendone valutazioni e ranking, al fine di garantire meglio gli investitori.

Certo, deve crescere anche l’eco-sistema finanziario e culturale, come ha sottolineato Anna De Stefano di Doorway, sia lato imprenditori che lato investitori, e, per quanto riguarda le startup, il ruolo delle banche deve essere più proattivo, con la proposta di nuovi strumenti, come ha iniziato a fare Banca Intesa con Innovation Center, di cui Marianna Ronzoni ha ben descritto la proposizione sottolineando anche la partecipazione nella piattaforma di euqity Crowdfunding Backtowork. Proprio il CEO di Backtowork, Alberto Bassi, ha confermato l’intenzione della piattaforma in altri paesi europei, facendo leva proprio sulla cospicua presenza internazionale di Intesa.

Angelo Rindone, fondatore di FolkFunding, che, grazie alla sua business unit CrowdCore ha realizzato molte delle piattaforme di lending ed equity crowdfunding italiane, rileva che il nuovo regolamento europeo implica un forte incremento della complessità gestionale di una piattaforma che la tecnologia sicuramente è in grado di supportare, ma, ovviamente, solo parzialmente e, dunque, prevede una possibile concentrazione delle piattaforme.

Tornando alle dinamiche del settore, infine, Paolo Divizia di BHLending, che accompagna le imprese a individuare gli strumenti di finanza complementare più adatti alla oro crescita, ha notato negli ultimi tempi un cambiamento progressivo nel deal flow con le PMI, innovative o no, sempre più interessate a questi nuovi strumenti.

Di seguito, riportiamo dettagli più approfonditi relativi ai tre settori del Crowdinvesting così come sono stati analizzati nel report.

L’equity crowdfunding

Al 30 giugno 2022 risultavano autorizzati da Consob 51 portali per la raccolta di capitali online, esattamente come l’anno scorso, anche se un buon numero non si è ancora attivato. Negli ultimi 12 mesi sono state concluse 36 campagne di collocamento di minibond sugli 8 portali al momento autorizzati, per un totale di 37,63 milioni di euro. Le campagne di raccolta di capitale di rischio sono state nello stesso periodo 219, organizzate da 215 diverse imprese, alcune con più round. Il tasso di successo continua a mantenersi elevato: nei primi 6 mesi del 2022 è dell’88,9%, ben più della media generale dell’intero campione dal 2014, pari al 79,3%. La raccolta di capitale di rischio cumulata nel tempo è pari a 429,04 milioni di euro e negli ultimi 12 mesi il flusso è stato pari a 141,9 milioni, di cui 58,99 milioni nel primo semestre 2022.

Il valore medio del target di raccolta per i progetti non immobiliari è 204.762 euro, per quelli immobiliari è 1.078.633 euro. Mediamente per i progetti non immobiliari viene offerto in cambio l’8,65% del capitale (valore in riduzione al 5,83% nel primo semestre 2022) e si rafforza la prassi di offrire titoli senza diritto di voto sotto una certa soglia di investimento (e votanti sopra la soglia). Fra le emittenti, le PMI continuano a guadagnare spazio, ma il mercato è ancora dominato dalle startup innovative (56% dei casi nell’ultimo anno, cui si aggiunge il 16% delle PMI innovative). La grande maggioranza, come da anni a questa parte, opera in Lombardia, poi Emilia Romagna e Lazio, ed è attiva nel settore dei servizi di informazione e comunicazione. La valutazione pre-money mediana si aggira intorno a 2 milioni di euro.

La piattaforma che fino ad ora ha finalizzato e raccolto più capitale è ancora Mamacrowd (83,61 milioni di euro effettivi al 30 giugno 2022), seguita da Crowdfundme (71,09 milioni e il maggior numero di campagne pubblicate in assoluto, 192) e Walliance (68,46 milioni). In media ogni campagna riceve il sostegno di 96,2 investitori (soprattutto maschi, attorno ai 45 anni) e l’importo medio investito è pari a 3.913 euro per le persone fisiche e 35.740 euro per le persone giuridiche, in tendenziale crescita rispetto al passato.

Dopo la campagna di raccolta, alcune aziende riescono a crescere in termini di fatturato e marginalità, ma altre rimangono al palo. Poche diventano profittevoli nell’immediato, si contano sulle dita di una mano quelle che riescono a superare i target previsti nel business plan iniziale. Prosegue poi l’utilizzo, recentemente introdotto, delle ‘bacheche elettroniche’ per la compravendita di quote sottoscritte sul mercato secondario: gli annunci pubblicati sulle piattaforme autorizzate sono molti, ma pochissimi sono stati finalizzati, secondo le stime dell’Osservatorio. Negli ultimi 12 mesi si sono registrate nuove exit, attraverso rimborsi di capitale, quotazioni in Borsa o acquisizioni, ma anche nuovi write-off, oltre a diversi round successivi di raccolta. Su questa base, all’1 luglio 2022 l’Italian Equity Crowdfunding Index ideato dall’Osservatorio Crowdinvesting ha calcolato un apprezzamento medio complessivo teorico del valore di portafoglio investito pari a +17,45% (+74% nella versione non-diluita).

Il lending crowdfunding

Per quanto riguarda il lending, al 30 giugno 2022 risultavano attive in Italia 7 piattaforme destinate a finanziare persone fisiche (consumer, una in più rispetto allo scorso anno), 12 dedicate alle imprese (business, 4 in più) e ben 20 specializzate nel real estate (6 in più), cioè 39 in totale. La raccolta negli ultimi 12 mesi è stata pari a 65,49 milioni di euro per le piattaforme consumer, con un totale cumulato nel tempo di 188,82 milioni: in testa troviamo Soisy, con 43,26 milioni di euro nell’ultimo anno. Le piattaforme generaliste nel comparto business aggiungono all’attivo 102,44 milioni di euro, raggiungendo un cumulato di 272,97 milioni: nel segmento primeggia October con 83,20 milioni di euro raccolti, di cui però una buona fetta arriva da investitori professionali non crowd. Le piattaforme immobiliari registrano un flusso annuale di  83,15 milioni di euro raccolti e totalizzano 176,49 milioni: la prima è Rendimento Etico, con 24,3 milioni di euro all’attivo nell’ultimo anno. Alcune piattaforme prevedono fondi di protezione per ripagare eventuali prestiti in sofferenza, altre fanno leva sulla garanzia pubblica del Fondo statale per le PMI.

Il real estate crowdfunding

Come previsto dall’Osservatorio, l’industria del real estate crowdfunding ha continuato ad essere particolarmente vivace in Italia: se un anno fa si contavano solo 18 piattaforme dedicate attive, oggi sono 27. Tipicamente si tratta di progetti di breve-medio termine che mirano alla riqualificazione, o alla realizzazione ex novo, di proprietà immobiliari, con successiva cessione. Il crowdfunding ha un importante ruolo di boost nel finanziamento iniziale grazie alla rapidità di raccolta e all’assenza di garanzie reali. I progetti finanziati nell’ultimo anno in questo comparto hanno raccolto ben 127,25 milioni di euro, +38,1% rispetto al periodo precedente.

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La holding di investimenti Innovative-RFK supera i 4,5 milioni di raccolta su Mamacrowd

La holding di investimenti I-RFK, al suo terzo round di equity crowdfunding, ha superato i 4,5 milioni di raccolta, grazie anche a 3 milioni investiti da AZIMUT ELTIF

 

 

Mamacrowd, tra le maggiori piattaforme italiana di equity crowdfunding, ha raggiunto il target di raccolta più alto ad oggi nella sua storia. La campagna di Innovative-RFK, tuttora in corso, ha infatti superato i 4.5 milioni di euro, grazie anche gli investimenti per un totale di 3 milioni del fondo AZIMUT ELTIF – Venture Capital ALIcrowd II. La campagna, lanciata solo a fine maggio, si appresta dunque a raggiungere l’obiettivo massimo di raccolta di 5 milioni.

La holding, aveva già concluso con successo due round di equity crowdfunding: nel 2019 su Crowdfundme con una raccolta di 2,5 milioni e nel 2021 su Opstart con una raccolta di 680 mila euro, finalizzata alla quotazione su Euronext.

Dario Giudici, Ceo di Mamacrowd ha spiegato: “Siamo orgogliosi di questo traguardo raggiunto, soprattutto perché arriva dopo anni difficili per tutti caratterizzati dalla pandemia. Questa campagna è frutto di un lavoro sinergico tra Mamacrowd, Azimut e la community di investitori – istituzionali e non – che abbiamo costruito in questi anni e che hanno riconosciuto nel progetto di i-RFK un modello di business vincente e un team preparato. Ma rappresenta anche un esempio di come lo strumento equity crowdfunding sia sempre più determinante nella fase di raccolta dei capitali per le PMI e startup del Paese”.

Antonello Carlucci, CEO di innovative-RFK, ha commentato: “Siamo molto soddisfatti di come sta andando la campagna e ringraziamo Mamacrowd per averci dato accesso, non solo alla community di investitori ma anche al fondo AZIMUT ELTIF – Venture Capital ALIcrowd II. Con la raccolta realizzata rafforzeremo ulteriormente i nostri investimenti nella fase di growth-capital a supporto della crescita e dell’innovazione delle PMI italiane, attraverso percorsi di internazionalizzazione, crescita inorganica ed eventualmente IPO”.

Guido Bocchio, Head of Venture Capital Azimut Libera Impresa SGR, ha commentato: “E’ stato raggiunto un obiettivo molto ambizioso. Gli investimenti, così importanti sia come numero che come importo, realizzati per tramite della piattaforma Mamacrowd, sono un’ulteriore conferma della fiducia posta attraverso ALIcrowd II nel progetto e nel team”.

Chi è  i-RFK

Fondata nel 2017 e quotata all’Euronext Access Paris, innovative-RFK è una holding di partecipazioni che investe principalmente in startup e PMI innovative in fase di crescita e consolidamento (Growth Capital), con l’obiettivo di incrementarne il valore attraverso attività di internazionalizzazione ed espansione sui mercati, M&A ed eventualmente di IPO.

Ad oggi la holding ha investito circa €10,5 mln in 10 aziende (di cui una quotata all’Euronext Growth Milan) che hanno generato a fine 2021 un fatturato aggregato di €58 mln e un EBITDA di circa €9 mln, dando lavoro a più di 300 persone. A fine 2021 Innovative-RFK ha generato un ritorno di oltre il 50% del capitale dalla quotazione (Gennaio 2020), con un prezzo di €1,80 ed una capitalizzazione di circa €18 mln rispetto ai €10,5 mln investiti.

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Regolamento UE Crowdinvesting: in ritardo anche l’Europa non solo l’Italia

In una lettera alla Commissione Europea e al MEF, AIEC (associazione delle piattaforme italiane), sollecita a farsi carico dei rispettivi ritardi, ma propone anche una soluzione

AIEC, l’associazione italiana equity crowdfunding, nella persona del suo presidente Alessandro Lerro, ha inviato una circostanziata lettera ai vertici europei e italiani per sollecitarne l’intervento ai fini di affrontare con urgenza due gravi ritardi che rischiano di affossare tutto il movimento europeo del crowdinvesting (qui il testo integrale della lettera).

Ricordiamo che già nei giorni scorsi (qui l’articolo di Crowdfunding Buzz), la Commissione Europea ha “messo una pezza” ritardando di un ulteriore anno la piena entrata in vigore del regolamento, con una proroga “concessa a tutti i fornitori di servizi di crowdfunding che attualmente operano a norma del diritto nazionale“.

Tale proroga è già stata recepita dalla Commissione che, se entro 90 giorni non si pronuncia, la approva implicitamente.

Ma i punti sottolineati nella lettera di AIEC permangono nella loro gravità, il primo per tutta Europa e il secondo, in particolare, per l’Italia.

Li riassumiamo qui in estrema sintesi, insieme alla soluzione proposta da AIEC.

  1. i sub-regolamenti (RTS) sebbene già stilati da ESMA ed EBA, non sono stati ancora recepiti dalla Commissione Europea e dunque non è scattato il countdown di 90gg per la loro effettiva adozione (come invece avvenuto per l’estensione di 1 anno del periodo transitorio). Di conseguenza, si rischia che, se nel frattempo venissero modificati, le autorizzazioni nel frattempo concesse non sarebbero più valide. AIEC dunque sollecita la Commissione a recepire formalmente i sub-regolamenti.
  2. in Italia, come abbiamo più volte sottolineato, l’authority non è stata ancora nominata. E con l’attuale situazione di incertezza sul governo, si temono ulteriori ritardi. AIEC propone allora un regime di “provisional authorization” cioè di adottare un processo di autorizzazione semplificata (peraltro previsto dall’art. 48.2 Regolamento (UE) 2020/1503*) che consenta a tutti gli operatori del crowdfunding, equity e lending, legittimamente operanti sulla base del diritto nazionale alla data di entrata in vigore del Regolamento, di ottenere immediatamente un’autorizzazione provvisoria. Tale autorizzazione verrebbe dunque:
    1. concessa al momento della verifica della completezza del dossier contenente la domanda di Autorizzazione Europea, ed in particolare della sussistenza degli elementi richiesti dall’art. 12 del Regolamento;
    2. confermata entro un periodo (che potrebbe essere di 12 mesi) nel quale l’Autorità Competente potrà analizzare il dossier e verificare anche in concreto l’operatività del CSP e la rispondenza alle procedure rappresentate nel dossier.

Viste l’importanza delle considerazioni, la ragionevolezza delle proposte e le buone relazioni che intercorrono tra AIEC e gli interlocutori di alto profilo contattati, siamo confidenti che questa lettera possa sortire effetti positivi.

L’occasione del convegno sul Crowdinvesting, organizzato dall’Osservatorio del Politecnico, potrà altresì essere un contesto ideale dove affrontare i temi sollevati.

* “Per la durata del periodo di transizione di cui al paragrafo 1 del presente articolo, gli Stati membri possono disporre di procedure di autorizzazione semplificate per i soggetti che, al momento dell’entrata in vigore del presente regolamento, sono autorizzati a norma del diritto nazionale a prestare servizi di crowdfunding. Prima di rilasciare un’autorizzazione a norma di tali procedure semplificate, le autorità competenti si assicurano che i requisiti di cui all’articolo 12 siano soddisfatti”

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Il politecnico presenta il settimo report italiano sul Crowdinvesting

Mercoledì 20 Luglio verrà presentato il 7o Report italiano sul Crowdinvesting a cura dell’Osservatorio del Politecnico. Un’occasione per aggiornamenti sul regolamento europeo

 

 

Mercoledì 20 luglio, con un evento in modalità mista online e in presenza, l’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano presenterà il settimo Report italiano sul Crowdinvesting.

Il prof. Giancarlo Giudici presenterà e i dati sull’industria dell’equity crowdfunding e del social lending in Italia. Mentre alcuni relatori e gli ospiti di una tavola rotonda moderata dal nostro AD Fabio Allegreni discuteranno sui trend e, in particolare sulle conseguenze del nuovo Regolamento ECSP.

Un anno fa si era si era parlato della sua introduzione che sarebbe avvenuta pochi mesi dopo, in Novembre. Nel frattempo sta per scadere il periodo transitorio, senza che in Italia sia ancora stata nominata un’autorità per le gestire le autorizzazione e la vigilanza. Per farotuna delle piattaforme italiane, nei giorni scorsi abbiamo appareso che il periodo transitorio è stato esteso a Novembre 2023.

E, dunque, dodici mesi dopo a che punto siamo, in Europa e in Italia? E come va il mercato, in questo clima di grande incertezza? Se ne discuterà con i protagonisti della filiera.

Di seguito l’agenda della giornata

Relazione di apertura: “100 giorni al 10 novembre… siamo pronti?”
Partecipano:
Concetta Galasso, Banca d’Italia (TBC)
Emma Iannaccone, Consob (TBC)
Danilo Maiocchi, Innexta
Francesca Passeri, European Crowdfunding Network
Diego Valiante, Commissione Europea

Presentazione del nuovo Report
Giancarlo Giudici, Direttore scientifico Osservatorio Crowdinvesting

Tavola rotonda
Partecipano:
Goffredo Amodio (Accenture), Alberto Bassi (Backtowork24), Giacomo Bertoldi (Walliance), Anna De Stefano (Doorway), Paolo Divizia (BHLending), Leonardo Frigiolini (Fundera), Andrea Gilardoni (Rendimento Etico), Alessandro Lerro (Assofintech), Angelo Rindone (Crowdcore), Marianna Ronzoni (Intesa Sanpaolo Innovation Center).

Modera: Fabio Allegreni (Edibeez – Crowdfunding Buzz)

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La Commissione Europea estendo di altri 12 mesi il periodo transitorio per le piattaforme di crowdfunding esistenti

L’Europa ha adottato un provvedimento per estendere il periodo transitorio al novembre 2023 per le piattaforme che avevano ottenuto l’autorizzazione prima del novembre 2021

 

 

Secondo una fonte diretta di Crowdfunding Buzz, la Commissione Europea ha adottato “formalmente” un provvedimento per estendere al 10 Novembre 2023 il periodo transitorio concesso alle piattaforme di crowdinvesting per adottare il nuovo regolamento europeo. L’estensione sarà riservata alle sole piattaforme autorizzate nei rispettivi Paesi prima del 10 Novembre 2021.

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento è attesa entro i prossimi 3 mesi, secondo la prassi legislativa europea e, dunque, prima della scadenza del 10 Novembre 2022.

Le scadenze per l’autorizzazione europea

Ricordiamo che il nuovo regolamento europeo sul crowdinvesting, entrato in vigore a novembre 2021, aveva concesso alle piattaforme già autorizzate nel proprio Paese, il termine del 10 Novembre 2022 per ottenere l’autorizzazione europea, un termine perentorio oltre il quale le piattaforme non avrebbero potuto operare senza la nuova autorizzazione.

L’ulteriore estensione si riferisce alle piattaforme già autorizzate e, dunque, per quanto riguarda l’Italia, includerebbe le piattaforme di equity crowdfunding (autorizzate ai sensi del regolamento Consob), ma non quelle di lending crowdfunding che non erano sottoposte ad alcun regime autorizzativo. Non ne siamo peraltro certi al 100% perché, di fatto, anche le piattaforme di lending italiane stanno godendo dell’attuale regime transitorio.

Il ritardo italiano nella nomina dell’ente autorizzativo

Le piattaforme italiane peraltro stanno affrontando un altro grave ostacolo: il MEF e il Parlamento non hanno ancora nominato l’ente che dovrebbe occuparsi di concedere le autorizzazioni e della vigilanza. Un ritardo eclatante che rischia di bloccare completamente il crowdinvesting in Italia.

Secondo quanto risulta a BeBeez, Stefano Cappiello, Dirigente Generale del Mef, sta cercando una soluzione insieme a Consob e Banca d’Italia, anche sollecitato dagli “stakholder” del mercato.

Alessandro Lerro, presidente del Comitato Scientifico di Assofintech e partner di Avvocati.Net, aveva spiegato a Crowdfunding Buzz: “Consob sarebbe adeguata, perché, oltre ad aver già autorizzato 60 portali di equity crowdfunding e svolto attività ispettiva su numerosi portali di lending, avrebbe titolo in tema di sollecitazione dell’investimento; mentre Banca d’Italia avrebbe ragione di essere coinvolta per la sua competenza sui profili concernenti i servizi di pagamento e l’antiriciclaggio» (vedi l’articolo di Crowdfunding Buzz).

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Università e Pubblica Amministrazione puntano sempre di più sul crowdfunding per sostenere progetti innovativi

Comuni e Università sono sempre più orientati a scommettere sul crowdfunding per sostenere iniziative di social innovation come dimostrano i network su Produzioni dal Basso

 

 

Il crescente avvicinamento del settore Pubblico al crowdfunding sta dando ottimi risultati, come dimostrano le iniziative lanciate sui territori da diversi Comuni e Università italiane, in collaborazione con Produzioni dal Basso prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation.

I Comuni: “Crowdfunding Civico”

Il Comune di Milano con il suo Crowdfunding Civico ha cofinanziato 19 progetti, selezionati su un totale di 60 candidature, con oltre 4.000 le donazioni effettuate dai cittadini e un totale dei fondi raccolti di 320.000 euro, diventati 700.000 con il cofinanziamento erogato dal Comune.

Anche il Comune di Venezia aveva lanciato la propria iniziativa di crowdfunding civico che si è conclusa con 23 progetti selezionati in due bandi pubblici e 531 donatori coinvolti. Come per Milano, la formula è quella del cofinanziamento: i progetti che raccolgono almeno il 50% dei fondi necessari grazie alle donazioni ricevono un contributo a fondo perduto da parte del Comune per coprire la restante parte di budget.

Ma, oltre ai Comuni, anche le Università hanno scelto di scommettere sul crowdfunding.

Le Università

La pioniera è stata l’Università degli Studi Milano Bicocca, con l’iniziativa Bicocca Università del Crowdfunding”, un programma di finanza alternativa lanciato dall’ateneo già nel 2018. In questi 4 anni, sono state 4 le call lanciate e una quinta è in programma dopo l’estate; delle oltre 120 candidature arrivate su Produzioni dal Basso, sono stati 18 i progetti selezionati e finanziati in crowdfunding e 1.800 i sostenitori coinvolti. L’ammontare dei fondi raccolti è arrivato a 168 mila euro, grazie anche alla partecipazione di Partner importanti come Sorgenia, Corepla, Fondazione di Comunità Milano, Fondazione Ticino Olona e Fondazione Comunitaria Nord Milano. Anche in questo caso, le campagne che raccolgono il 50% del goal economico in crowdfunding, ricevono un contributo da parte degli sponsor per il restante 50%.

Alla fine dello scorso anno, è partita l’iniziativa UNIMIssion dell’Università degli Studi di Milano, che si rivolge a studenti, neolaureati, dottorandi, ricercatori e docenti della Statale e prevede la possibilità di candidare progetti innovativi tutto l’anno tramite il network dedicato su Produzioni dal Basso. L’obiettivo di UNIMIssion è infatti quello di potenziare la natura interdisciplinare della Statale e implementare l’apertura dell’ateneo verso il territorio e la comunità, con un lavoro sinergico e continuativo.

A breve partirà anche il crowdfunding network dell’Università di Parma, uno spazio partecipativo pensato per valorizzare progetti non solo creativi e innovativi ma anche di impatto sociale e territoriale, investendo sul futuro delle comunità e del territorio, per ribadire un concetto importante: l’Università è di tutti e per tutti.

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Il Parlamento lavora per utilizzare la blockchain nell‘emissione e circolazione degli strumenti finanziari

E’ stato proposto un emendamento al DL Semplificazioni che include 12 mesi di sperimentazione per l’emissione di obbligazioni basate su blockchain

 

 

Tra gli emendamenti del nuovo Dl Semplificazioni è stato inserita una proposta a prima firma di Roberto Pella, Forza Italia, che prevede le emissioni finanziarie basate sulla Distributed Ledger Technology (Dlt) e 12 mesi di sperimentazione per l’emissione di obbligazioni, per ora da parte delle sole spa su una rete di registri distribuiti, come riferisce Milano Finanza.

Secondo l’emendamento, solo “gli investitori professionali soggetti a vigilanza prudenziale” potranno inizialmente sottoscrivere i titoli, con il trasferimento che “avverrà mediante scritturazione sul registro utilizzato per l’emissione”. Sempre attraverso il registro gli emittenti metteranno a disposizione le informazioni sulle caratteristiche e i rischi associati alla tecnologia prescelta, alla specifiche modalità di emissione e alle misure per tutelare l’operatività dell’emissione.

La proposta inserita nel decreto legge specifica poi che ad ogni emissione digitale dovrà corrispondere “una strategia chiara, dettagliata e pubblicamente disponibile per trasferire le scritturazioni a un altro registro”. Consob e Banca d’Italia controlleranno l’intero processo e, secondo tempi stabiliti, dovranno inviare una relazione sui risultati delle emissioni e sullo sviluppo del mercato al Comitato ad-hoc che verrà istituito dal Ministero dell’Economia.

La proposta va nella direzione tracciata dal Libro Verde dello stesso Mef presentato lo scorso marzo, il quale indica la possibilità di emettere strumenti su Distributed ledger technology (Dlt). Come viene precisato nel Libro Verde, “sono attualmente all’esame possibili opzioni di intervento normativo per sperimentare un nuovo regime di emissione e circolazione in forma digitale di strumenti finanziari che si aggiungerebbe a quelli già esistenti (cartolare e gestione accentrata/dematerializzata).

E’ allo studio l’introduzione in una prima fase di un regime normativo a carattere transitorio che consenta l’applicazione delle tecnologie DLT solo ad alcuni strumenti finanziari a circolazione limitata (appunto le obbligazioni emesse dalle Spa). Per mitigare i possibili rischi legati alla sottoscrizione di questi prodotti digitalizzati da parte delle fasce più vulnerabili della clientela, in questa prima fase tali strumenti finanziari potrebbero essere emessi e circolare solo tra investitori professionali”. Dopodiché, in “una seconda fase sarebbe poi definita la cornice normativa volta a consentire, a regime, l’emissione e la circolazione in forma digitale di tutti gli strumenti finanziari”.

Per approfondire si veda articolo su BeBee.it.

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L’Unione Europea procederà nella definizione di una normativa UE sui crypto-asset

La scorsa settimana ESMA ha annunciato il suo impegno nella finalizzazione del MiCA (Markets in Crypto Assets), da cui saranno esclusi gli NFT

 

 

La scorsa settimana, è emerso che l’Unione Europea sta finalizzando la regolamentazione delle criptovalute ai sensi della legislazione sui mercati delle criptovalute (Markets in Crypto Assets – MiCA). La Commissione europea aveva  annunciato la proposta MiCA il 24 settembre 2020 nell’ambito di un più ampio pacchetto di finanza digitale, che mira a sostenere lo sviluppo tecnologico in Europa, nonché la stabilità finanziaria e la protezione dei consumatori.

La proposta MiCA mira a fornire una regolamentazione per mitigare il rischio fornendo al contempo un quadro per stablecoin, fornitori di servizi di criptovalute (CASP) e altro ancora. I token non fungibili (NFT) non fanno parte del MiCA e faranno parte di un’iniziativa separata dell’UE.

L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) svilupperà bozze di standard normativi e l’Autorità bancaria europea (EBA) avrà il compito di mantenere un registro pubblico dei fornitori di servizi di criptovalute non conformi. Il MiCA sarà comunque soggetto all’approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo prima di passare alla procedura di adozione formale.

In occasione dell’annuncio del  MiCA, il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, aveva dichiarato: “I recenti sviluppi in questo settore in rapida evoluzione hanno confermato l’urgente necessità di una regolamentazione a livello di UE. MiCA proteggerà meglio gli europei che hanno investito in queste risorse e preverrà l’uso improprio delle criptovalute, pur essendo favorevole all’innovazione per mantenere l’attrattiva dell’UE. Questo regolamento storico porrà fine al selvaggio west cripto e conferma il ruolo dell’UE come normatore per i temi digitali“.

La Francia ha già approvato la regolamentazione delle risorse digitali con risultati contrastanti. La dichiarazione di Le Maire indica chiaramente che esiste una preferenza per l’approccio dell’UE.

I commenti del settore

Il magazine online Crowdfund Insider ha riportato alcuni commenti su MiCA da parte di esperti del settore.

Oscar Franklin Tan, CLO di Enjin, una piattaforma NFT, ha affermato che MiCA fornisce una regolamentazione finanziaria completa pur riconoscendo la necessità di distinguere chiaramente le NFT come prodotti non finanziari che non sono soggetti alla stessa regolamentazione finanziaria.

“Senza linee chiare su ciò che è e ciò che non è coperto, i creatori sarebbero soffocati da termini normativi vaghi senza ricevere una protezione significativa dei consumatori”, ha affermato Tan. “Il MiCA dovrebbe riconoscere che le NFT sono una categoria estremamente ampia che copre qualsiasi elemento di dati digitali unico e non fungibile e che la categoria non ha significato come categoria per la regolamentazione. Ad esempio, molte persone hanno familiarità con le NFT d’arte: è illogico che le NFT di arte digitale rientrino nella regolamentazione finanziaria (a causa di errori nella stesura o incertezza nell’applicazione) mentre altre forme di arte digitale o fisica sono esenti. Il regolamento applicabile qui dovrebbe applicarsi all’arte in generale, non al formato del token utilizzato”.

Pedro Isaac Lopez, Chief Growth Officer di THORWallet DEX, un portafoglio DeFi non detentivo che offre swap cross-chain e reddito passivo su swap di token nativi, ha dichiarato:

La legge sui mercati delle criptovalute (MiCA) segna l’inizio della regolamentazione per l’industria delle criptovalute all’interno dell’Unione Europea. Questo è molto apprezzato poiché le startup e gli imprenditori hanno dovuto finora navigare in un ambiente incerto. Nell’UE, la sfida è ancora più alta, poiché ogni paese ha le proprie regole che creano arbitraggio normativo. L’accordo MiCA proposto porrebbe porre fine a tutto questo. Allo stesso tempo, le autorità di regolamentazione devono essere consapevoli di che l’innovazione non va soffocata. I recenti eventi con le stablecoin hanno sollevato preoccupazioni per quanto riguarda i rischi associati alle criptovalute. Tuttavia, la criptovaluta è l’innovazione più significativa nello spazio finanziario degli ultimi decenni e si consiglia un approccio cauto. Misure come un’adeguata informativa sui rischi e la richiesta di riserve di capitale per i grandi giocatori sono buone idee che andranno a beneficio dei consumatori“.

Lopez ha inoltre aggiunto che “la legislazione deve essere redatta tenendo in considerazione il nuovo paradigma che la tecnologia blockchain impone, ed evitare di cercare di regolamentare il nuovo mondo con regole superate. Se questi requisiti saranno soddisfatti, l’UE diventerà probabilmente un’area molto interessante per le società blockchain di tutto il mondo“.

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