Mese: Marzo 2022

Al via Puzzle Funding, nuova piattaforma di equity crowdfunding, con la campagna di WeArena

La nuova piattaforma di equity crowdfunding esordisce con la campagna di WeArena, network di parchi tematici digitali, con obiettivo minimo di raccolta di 300 mila euro

 

 

Una nuova piattaforma si affaccia sul mercato dell’equity crowdfunding italiano: è Puzzle Funding, che ha lanciato la sua prima campagna, quella di WeArena, presentata sul nuovo portale dopo mesi dedicati allo sviluppo tecnico e al procedimento autorizzativo ufficiale di Consob. Il concetto alla base del naming della nuova piattaforma è quello di “mettere insieme i pezzi” di un buon investimento, raccogliendo capitali online per aiutare nuove realtà a crescere, consolidarsi e generare valore per tutti i partecipanti.

La raccolta di capitali di WeArena è online dal 29 marzo 2022 con possibilità di investire un budget minimo di 500 euro o suoi multipli. La durata della campagna è di 30 giorni con un obiettivo minimo fissato a 300 mila euro.

WeArena Entertainment S.p.a è il primo network di Digital Theme Parks in Italia dedicato all’intrattenimento digitale – extended reality, gaming, eSport e sim racing – con sede operativa a Sant’Ambrogio di Valpolicella (VR). Cofondatori e Ceo della società sono Francesco Monastero e Gian Gherardo Aprile che puntano al perseguimento della quotazione del gruppo nel prossimo triennio e a trasformare WeArena in un aggregatore di altri format e un acceleratore di startup del settore; attività funzionali al compimento del piano industriale aziendale.

Obiettivo di WeArena è ideare nuovi format d’intrattenimento fisici e digitali da vivere all’interno di centri commerciali, stadi, palasport, teatri e navi da crociera per ampliare e diversificare l’offerta di esperienze immersive uniche ed emozionanti rivolta ai giovani e alle loro famiglie. Realizzare grandi eventi e innovative arene attrezzate per i tornei eSport a livello nazionale e internazionale trasmesse online su tutti i media e i canali di divulgazione. Aprire nuove piattaforme di gaming online e avviare attività formative, laboratori, workshop e percorsi educativi nelle scuole e non solo, per bambini, ragazzi e famiglie legati al gioco e alle tecnologie digitali.

Il settore del gaming online, a livello mondiale ha registrato un incremento da record negli ultimi due anni, spinto anche dal periodo di restrizioni dovute alla pandemia: +19,6% rispetto al 2019 con ricavi pari a 175 miliardi di dollari (Fonte: Italian Interactive Digital Entertainment Association – IIDEA, 2020). Guardando solo al mercato italiano si registra addirittura un +21,9% nel 2020 rispetto all’anno precedente, arrivando a oltre 2 miliardi di euro di ricavi. Anche gli e-Sport, vere e proprie competizioni di giocatori di videogame a livello professionistico, seguono il trend del gaming con circa un miliardo di dollari di ricavi nel 2020 e sono in costante crescita.

Francesco Monastero, CEO di WeArena, ha dichiarato: “WeArena nasce nel 2015 con l’idea di realizzare un nuovo modello di intrattenimento capace di ampliare l’attuale offerta del settore in sintonia con le nuove generazioni. Nei prossimi anni vogliamo consolidare il nostro modello industriale non solo aprendo nuove sedi fisiche, ma attivando anche tutti gli altri progetti sia digitali che fisici, previsti nel nostro piano industriale. Ci siamo affidati a Puzzle Funding per lanciare la nostra prima campagna di crowdfunding.”

Marco Orso, CEO di Puzzle Funding,  “É davvero una grande soddisfazione vedere realtà italiane con una forte capacità di innovazione tecnologica e di presenza sui mercati globali crescere grazie al contributo di investitori che hanno imparato a valutare le potenzialità del crowdfunding e del nostro metodo di investimento. Quello di WeArena sulla nostra piattaforma Puzzle Funding è il nostro primo progetto e prende vita dopo un lungo percorso e uno sforzo collettivo sul fronte tecnologico, legale e finanziario. Ne valeva la pena, finalmente possiamo lanciare la prima campagna con WeArena, che è una realtà dinamica, tecnologicamente avanzata e straordinariamente piena di energia e siamo impegnati a fare in modo che abbia successo”. 

Chi è Puzzle Funding

Puzzle Funding, con sede a Milano, è una società iscritta nel registro Consob e autorizzata dal 2021 a operare sul mercato italiano. I suoi soci sono imprenditori e professionisti con alle spalle anni di esperienza nel mondo delle startup e delle PMI e con diversi milioni di euro raccolti nel corso di varie iniziative.

Il metodo operativo di Puzzle Funding consiste nel cercare team e aziende con un alto potenziale e grande qualità della proposta e fornire a tutti gli investitori un quadro esaustivo dell’offerta. I progetti vengono poi monitorati negli anni in modo da mantenere un rapporto tra investitori e azienda che vada oltre la semplice sottoscrizione della quota di capitale con il dichiarato obiettivo di aggiornare costantemente gli investitori sull’andamento della società in cui hanno investito.

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2meet2biz lancia la campagna di Noleggio Energia, specializzata nell’efficientamento energetico delle PMI

Nuova campagna di equity crowdfunding per la piattaforma 2meet2biz: Noleggio Energia specializzata nel noleggio a lungo termine di impianti di energia rinnovabile

 

 

2meet2biz.com, nuova piattaforma di equity crowdfunding, ha lanciato la sua seconda campagna. Si tratta della raccolta di Noleggio Energia, PMI innovativa specializzata nel noleggio alle piccole e medie imprese italiane di beni di produzione energia da fonti rinnovabili, in particolare fotovoltaico.

L’adesione all’aumento di capitale avverrà tramite il veicolo Noleggio Energia Investimenti S.r.l con un target di raccolta compreso tra i 100 mila e i 450 mila euro. La valutazione pre-money della società è di 4 milioni di euro, il ticket minimo di investimento è 1.500 euro e trattandosi di una PMI innovativa è possibile accedere ai benefici fiscali previsti dalla normativa in vigore.

Noleggio Energia aveva già chiuso un round lo scorso Aprile su Backtowork raccogliendo 224 mila euro, grazie a 41 investitori.

Nel frattempo, l’esercizio 2021 ha chiuso con un fatturato di 1,7 milioni di euro e la società si pone l’obiettivo di raggiungerne 10,75 a fine 2025. La società ha infatti in pipeline oltre 70 operazioni per un valore di 11 milioni di euro e ad oggi ha realizzato oltre 20 interventi di efficienza energetica per altrettante imprese italiane.

Tra questi, Noleggio Energia è stata selezionata da Pfizer Italia per la realizzazione di un doppio investimento energetico nello stabilimento di Ascoli Piceno, che verrà gestito attraverso un contratto di noleggio operativo a lungo termine.

I settori dell’efficienza energetica e della produzione di energia da fonti rinnovabili sono diventati fortemente trainanti in tutte le economie mondiali. L’importanza di questi mercati è sottolineata dalle politiche centrali e dall’obiettivo di raggiungere la transizione energetica e l’indipendenza totale da fonti fossili entro i prossimi 30-50 anni. Nonostante il forte interesse delle aziende italiane in efficienza e sostenibilità energetica, fino ad oggi, circa il 90% degli investimenti sono stati però affrontati dalle imprese con mezzi propri e autofinanziamento diretto, a causa della scarsa offerta di prodotti specifici da parte del sistema bancario e finanziario. Esiste, quindi, un gap fra domanda di credito delle PMI italiane, in cerca di soluzioni finanziarie rapide e concrete, e quanto reso disponibile dal sistema finanziario tradizionale per la realizzazione di nuovi investimenti energetici.

Noleggio Energia soddisfa questo gap e le crescenti esigenze delle PMI con un prodotto studiato su misura per le imprese e che si configura a costo zero, grazie alla formula del noleggio a lungo termine che viene ripagato con il risparmio energetico ottenuto. La società si propone come partner specializzato per la trattazione di tutte le attività connesse al finanziamento di progetti di efficientamento energetico, ed è in grado di affrontare investimenti di qualsiasi importo e complessità, elaborando soluzioni di risparmio energetico di grande efficacia e garantendo nel tempo le prestazioni.

Crediamo molto nel progetto di Noleggio Energia, società che si sta affermando nel settore e che fornisce un supporto fattivo alle PMI che desiderano passare a fonti rinnovabili” – afferma Serena Auletta, CEO di 2meet2biz.com. “Il tema è davvero di attualità e continuerà ad esserlo nei prossimi anni. Investire ora significa diventare protagonisti del futuro.

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E’ probabile che la dematerializzazione delle quote di PMI-Srl sarà possibile entro la fine dell’anno

E’ quanto emerge dal webinar di Euronext Securities che gioca un ruolo trainante insieme al portale Crowdfundme. In proposito, presentato un emendamento dall’on. Centemero

Settimana scorsa, Euronext Securities Milan ha organizzato un webinar intitolato “Facilitare gli investimenti in economia reale. La dematerializzazione delle Srl per un accesso ai mercati”.

Durante l’evento, cui hanno preso parte Pierluigi Dimonopoli (Head of Business Development Issuers – Euronext Securities Milan), Paola Fico (Head of Italy Regulation – Euronext), Lukas Plattner (Partner, ADVANT Nctm), Enrica Cremonini (Head of Legal Post Trade, Euronext) e Tommaso Baldissera Pacchetti (CEO e fondatore di Crowdfundme), si è parlato dei passi legislativi fatti finora in questo ambito e di come creare condizioni migliori per la crescita di un mercato secondario regolamentato.

In particolare, la dematerializzazione consentirà di rendere più liquidi gli asset detenuti nelle Srl, per esempio favorendo gli scambi di quote tra investitori che hanno un portafoglio titoli presso diversi operatori finanziari, senza ricorrere a lunghe procedure burocratiche e senza andare dal notaio. Inoltre, sarebbe possibile intervenire su alcune procedure per semplificare le operazioni di fundraising da parte delle PMI, anche grazie al contributo delle piattaforme di equity crowdfunding.

Enrica Cremonini ha sottolineato che la dematerializzazione è già prevista per i valori mobiliari quotati. “Perché, dunque non anche alle Srl? D’altra parte, il 95% delle PMI sono Srl. Il problema è che, ad oggi, le quote non sono considerate valori mobiliari, precondizione per la dematerializzazione”.

In realtà potrebbero esserlo. Per esempio, ha proseguito Cremonini: “le categorie di quote, se sono oggetto di offerta al pubblico in una campagna di equity crowdfunding e venissero standardizzate, possono esserlo. Va cambiato il quadro normativo, consentendo all’emittente di aprire un conto titoli presso Euronext Securities con attribuzione di un codice ISIN”.

In termini operativi, il vantaggio consiste nel fatto che il trasferimento avverrebbe con un semplice ordine fatto alla propria banca, rendendo più facile sia gli investimenti, sia le exit. Ma non solo, i vantaggi sarebbero estesi anche all’esercizio di diritti come drag along e tag along, all’assegnazione di quote per il work for equity e alla gestione minimum holding period nei PIR.

Tommaso Baldissera Pacchetti ha sottolineato il ruolo delle piattaforme di equity crowdfunding e di Crowdfundme in particolare: “CrowdFundMe è la piattaforma ideale per fare da apripista alla rivoluzione della dematerializzazione”. “Finora abbiamo lanciato 192 campagne di equity crowdfunding di successo, raccolto 73 milioni di euro, totalizzato 21.500 investimenti per un investimento medio di 3.200 euro. Le nostre emittenti si sono fortemente rivalutate nel tempo, alcune quotandosi o realizzando un’exit. Per il futuro, le PMI e gli investitori sarebbero ancor più avvantaggiati dalla possibilità di uno scambio più agile e meno costoso delle quote, evitando passaggi burocratici e notarili. La dematerializzazione, inoltre, andrebbe a potenziare l’ottimo lavoro che stanno svolgendo le bacheche elettroniche per lo scambio quote”.

Inoltre, con la dematerializzazione delle quote, si potrebbe attribuire il codice ISIN anche a Srl che hanno raccolto in passato, superando il limite attuale della rubricazione delle quote (art. 100 ter del TUF) consentita solo alle nuove emissioni.

Lukas Plattner ha sintetizzato la roadmap sottolineando che il quadro normativo potrebbe essere definito entro la fine dell’anno in quanto il MEF l’ha inserito come priorità nel libro verde e, inoltre è già stato presentato un emendamento dall’On. Centemero, che ha proposto una modifica del TUF.

In particolare, l’emendamento propone di modificare gli articoli 1, 83-quinques e 83-undecies (qui il testo dell’emendamento), in modo da introdurre nell’impianto normativo, come si legge nella relazione, “elementi di raccordo tra la disciplina del Codice Civile in materia di società a responsabilità limitata e la disciplina speciale di cui al Testo Unico della Finanza, al fine di qualificare come strumenti finanziari le categorie di quote di partecipazione in PMI costituite in forma di S.r.l. (PMI-S.r.l.), consentendo agli emittenti di accedere, su base volontaria, al regime di dematerializzazione delle quote previsto dall’art. 83 ss del TUF e di ridurre di conseguenza i costi e gli oneri amministrativi legati all’emissione e al trasferimento delle quote laddove decidano di approcciare il mercato dei capitali”.

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Profit Farm, lending crowdfunding dedicato ai crediti verso la PA, in 1 anno ha erogato +1 milione

Profit Farm, piattaforma di lending crowdfunding dedicata ai crediti esigibili e non ancora riscossi, in 1 anno di vita ha lanciato 12 operazioni erogando 1,1 milioni

Profit Farm è la prima piattaforma di lending crowdfunding dedicata ai crediti esigibili e non ancora riscossi, vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione centrale o enti parimenti solvibili.

La piattaforma, online da un anno, ha già pubblicato 11 operazioni per un valore complessivo di 1.2 milioni di euro, arrivando a rimborsare tre operazioni, cui la terzo con 5 mesi di anticipo, restituendo ai prestatori un totale di oltre 100 mila euro con un interesse lordo medio del 5%.

La dodicesima operazione in ordine di tempo presentata sulla piattaforma è relativa a un credito fiscale del valore di 210.000 euro, ed è stata aperta alle sottoscrizioni lo scorso 10 marzo offrendo ritorno sull’investimento pari all’8% su base annua.

Profit Farm  è nata con l’obiettivo di offrire rendimenti fino all’8% annuo e rendere accessibile anche a privati il mercato dei crediti non riscossi, da sempre riservato agli investitori istituzionali. Un’interessante opportunità, quindi, anche per i piccoli risparmiatori (si può investire a partire da 500 euro).

La normativa in tema di ritardati pagamenti (D.Lgs. 231/2002 poi modificato dal D.Lgs 192/2012) – in attuazione di una direttiva comunitaria (direttiva 2000/35/CE poi sostituita e rafforzata dalla direttiva 2011/7/UE) – impone a tutti i debitori, ivi inclusa la P.A., di corrispondere, oltre all’importo dovuto in linea capitale, anche gli interessi moratori legali al tasso BCE (oggi pari a 0) oltre ad uno spread di 8 punti percentuali. Il rendimento al prestatore può quindi oggi arrivare fino all’8%.

“Siamo arrivati alla dodicesima campagna in pochi mesi dal nostro ingresso sul mercato. Le ultime due raccolte si sono concluse in meno di 24 ore a conferma che rappresentiamo un’opportunità interessante di investimento” ha sottolineato Cristiano Augusto Tofani, Presidente e Co-Fondatore di Profit Farm. “Inoltre, la celerità con la quale Profit Farm opera e le diverse possibilità offerte a risparmiatori con differenti capacità di finanziamento, rendono il nostro modello estremamente efficace anche per chi fatica a trovare un’offerta in grado di garantire una remunerazione interessante con un profilo di rischio simile a quello dei titoli di Stato”.

Chi è Profit Farm

Profit Farm è controllata da un gruppo stabile di soci operativi: Risolve RE Npl srl, società attiva nel settore degli Npl; Cristiano Augusto Tofani, fondatore e Presidente; Valentina Barbadoro, socia quasi totalitario di Risolve RE NPL srlRoberto Macina, da sempre attivo nell’ecosistema startup italiano; Mario Costanzo, co-fondatore di WDA srl e chief legal officer; Francesco Sibilla, partner dello studio legale SAPG Legal, esperto, tra le altre cose, di diritto societario, startup innovative e legal-tech; Giovanni Alessi, anch’egli partner di SAPG Legal, esperto di organizzazione dei patrimoni, advisor di family office e socio de Il Trust in Italia. Il restante 6% è in mano a soci finanziatori, senza ruoli attivi nella società.

Lo scorso novembre è entrato nel capitale di Profit Farm anche Carmine Saladino, fondatore del system integrator italiano Maticmind, partecipato da Fondo Italiano Consolidamento e Crescita – FICC, gestito da Fondo Italiano d’Investimento sgr.

Profit Farm offre a risparmiatori (“Lenders”) la possibilità di “prestare” capitali destinati all’acquisto di crediti esigibili e di fatto “blindati” (perché, ad esempio, assistiti da una sentenza definitiva o altro titolo sostanzialmente equipollente) vantati da società ed enti nei confronti della Pubblica Amministrazione, centrale o locale, o altri soggetti privati ugualmente solvibili.

L’impiego del capitale per queste operazioni ha un profilo di rischio bassissimo a fronte di una rendita maggiore rispetto a quella attesa per operazioni più rischiose. Le posizioni di credito vengono infatti selezionate da Profit Farm all’esito di una approfondita due diligence anche sul cedente.

Vengono valutate esclusivamente le posizioni che lo Stato, o il privato solvibile, è tenuto a saldare a breve termine (generalmente da 6 a 24 mesi), essendosi già chiuso il relativo iter giudiziario con una sentenza inoppugnabile, o altro titolo definitivo equipollente, a favore del creditore. Un iter che prevede che al creditore debba essere versato non solo il capitale, ma anche l’interesse moratorio legale dell’8% annuo. In questo modo, i tipici rischi di solvibilità connessi alla gestione dei crediti “scaduti” sono sotto controllo.

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Banca Valsabbina ha siglato un accordo per acquisire il 9% del portale di crowdinvesting Opstart

La Banca bresciana, già molto attiva nel fintech, entrerà anche nel capitale di Opstart, storica piattaforma di equity crowdfunding

Banca Valsabbina allarga il proprio “Network Fintech” ed entra nel mercato del “crowdinvesting” grazie ad un accordo per l’acquisizione del 9% del capitale del portale “Opstart”. L’operazione è subordinata al verificarsi di alcune condizioni sospensive e permette alla Banca di diversificare ulteriormente la propria strategia nel settore fintech, nella raccolta di capitali di rischio on-line.

Non è il primo investimento nel fintech di Banca Valsabbina che, nel corso del 2021, era già entrata nel capitale di MyCreditService (invoice trading), di Opyn (P2P Lending per le imprese) e di Prestiamoci (P2P lending tra privati).

La collaborazione con Opstart, uno dei più importanti portali on-line di equity crowdfunding, ma abilitato anche al collocamento di minibond e attivo nel lending crowdfunding, permetterà alla Banca di favorire l’avvicinamento delle imprese a questo canale di raccolta di capitali, nato appositamente per favorire lo sviluppo di aziende e start-up.

“La Banca è particolarmente sensibile alle esigenze delle imprese del territorio, che spesso necessitano di forme di finanza alternative per permetterne la crescita o l’ulteriore sviluppo, premette Hermes Bianchetti, Responsabile Divisione Business di Banca Valsabbina. Tramite il crowdfunding ed i portali di Opstart, tra i leader italiani del settore, le aziende possono raccogliere capitale sul mercato ed ottenere finanza sotto diverse forme, ci sono quindi importanti sinergie con il nostro modello di Business, rivolto alle PMI ed alle aziende che vogliono crescere ed investire. Con questa nuova alleanza proseguiamo con la strategia “Fintech”, confermando di credere nelle potenzialità delle partnership tra la Banca ed i nuovi operatori del mercato, favorendo al contempo il finanziamento dell’economia reale, come da nostra mission aziendale”.

L’ingresso di Banca Valsabbina nel nostro capitale è un traguardo decisivo” –  Spiega Giovanpaolo Arioldi, CEO di Opstart. “Fin dal lancio del portale di equity crowdfunding, che festeggiamo proprio in questi giorni, Opstart si è contraddistinta sul mercato per la sua capacità di apportare innovazione. Siamo in grado di introdurre soluzioni nuove che rispondono concretamente alle esigenze delle piccole e medie imprese e degli investitori grazie alla nostra conoscenza del mercato finanziario tradizionale, che io e gli altri soci fondatori di Opstart abbiamo maturato sul campo in diversi anni di attività professionale. Nello stesso modo il nostro nuovo partner, Banca Valsabbina, è un istituto storico, con oltre 100 anni di conoscenza del territorio, delle imprese, dei risparmiatori. E proprio per questo sempre attento e sensibile alle nuove opportunità che può offrire ai suoi clienti. La nostra alleanza nasce proprio da qui: dal connubio fra tradizione e innovazione.”

Chi è Opstart

Opstart, costituita nel 2015 con sede a Bergamo, opera attraverso diversi portali con l’obiettivo di gestire le diverse opportunità offerte dal crowdfunding. Oltre alla consolidata area di business relativa all’equity crowdfunding, Opstart negli anni si è evoluta dando vita a un vero e proprio hub in grado di offrire ad aziende e investitori tutti gli strumenti di finanza alternativa che si basano sul crowdfunding. All’interno del fintech hub di Opstart, trovano spazio Crowdlender, portale specializzato in prestiti digitali peer-to-peer, Crowdbond, divisione dedicata al collocamento online di bond e minibond, Crowdre, sezione dedicata al Real Estate Crowdfunding, e infine Crowdlegal®, segmento lanciato da poche settimane che si occuperà di Legal Action Crowdfunding®, cioè finanziamento di azioni legali.

Inoltre, Opstart negli anni ha introdotto sul mercato le principali innovazioni del settore, tra cui il regime alternativo di intestazione delle quote e Crowdarena, la prima bacheca online dedicata alla pubblicazione di annunci di acquisto e vendita di quote e azioni di Startup e PMI che hanno effettuato raccolte in equity crowdfunding sul portale.

Nel 2019 ha poi lanciato la piattaforma Crowdlisting®, attraverso la quale le PMI italiane hanno l’opportunità di replicare in economia le IPO in borsa, grazie all’unione di equity crowdfunding e direct listing. Risale invece all’anno scorso l’invenzione del Crowdbridge®, innovativa operazione di finanziamento ponte (Bridge Financing), pensato per permettere alle Startup e alle PMI di ottenere capitali in attesa di un evento finanziario certo.

Ultima, non per importanza, è l’attenzione di Opstart alla sostenibilità, che si riflette in primo luogo nella selezione di società a loro volta sensibili a queste tematiche. E non solo: nel 2021, infatti, Opstart ha realizzato il suo primo Bilancio ESG e ha iniziato ad abbattere le proprie emissioni di C02 grazie alle foreste di Bambù.

Chi è Banca Valsabbina

Banca Valsabbina è una Società Cooperativa per Azioni, fondata nel 1898. È la principale Banca popolare di Brescia e da oltre centoventi anni sostiene la crescita e lo sviluppo economico del territorio, ponendosi come interlocutore sia per le famiglie che per gli artigiani, le piccole attività economiche e le PMI.

Opera attraverso una rete territoriale che conta 70 filiali: 45 in provincia di Brescia, 8 in provincia di Verona, 2 a Milano e 15 tra quelle di Bergamo, Bologna, Mantova, Milano, Modena, Monza-Brianza, Padova, Reggio Emilia, Torino, Trento, Treviso, Vicenza, Cesena e Parma. Impiega oltre 750 dipendenti, gestisce masse superiori agli 11 miliardi di euro e vanta un solido patrimonio, con il CET 1 Ratio oltre il 15%.

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La fintech Viceversa ha lanciato una nuova modalità per finanziare le PMI che ha erogato 9 milioni in 5 mesi

Viceversa è una piattaforma di Revenue-based-financing che consente agli investitori di ricevere una percentuale delle entrate dell’impresa finanziata

 

 

Viceversa, startup fondata da Matteo Masserdotti (anche fondatore della piattaforma di equity crowdfunding 200Crowd) e Pietro Salvi, in soli cinque mesi dal lancio, ha raggiunto un valore del portafoglio totale di 9 milioni di euro, da 8 diversi Paesi. Le aziende coinvolte hanno registrato una crescita media annualizzata del 216% dopo l’investimento ricevuto.

Viceversa è una piattaforma di Revenue-based-financing: un sistema di finanziamento che consente agli investitori di ricevere una percentuale delle entrate lorde in corso dell’impresa finanziata, fino al rimborso degli importi investiti. in pratica la Viceversa versa un gettone che i beneficiari ripagano con percentuali fisse sul fatturato tra l’1 e il 20%. In cambio la fintech incassa in totale tra il 5% e il 10% in più rispetto a quanto finanziato.

Si rivolge a marketplace, e-commerce B2C e D2C, servizi in abbonamento, fornendo una forma di finanziamento ibrido, a metà strada tra debt ed equity, caratterizzato da un piano di restituzione dei fondi tramite la condivisione di una percentuale delle entrate lorde dell’azienda finanziata. Le startup digitali ricevono così nuova liquidità per alimentare le proprie attività di digital marketing, potendo così investire nuovi capitali utili a sostenere la crescita del fatturato.

Siamo molto soddisfatti del nostro percorso di crescita che, in soli 5 mesi, ci ha permesso di ottenere risultati ottimali e di prepararci alla transizione in una Growth Platform completa. Il Revenue Based Financing è un settore ancora molto giovane, ma in forte espansione, che presenta un potenziale incredibile per risolvere molti problemi che aziende e investitori devono affrontare – spiega Matteo Masserdotti, Founder & Ceo di Viceversa – Grazie al nostro supporto le aziende sono cresciute mediamente del 216% dopo l’investimento iniziale, apprezzando il modello data driven, semplice, veloce e facilmente accessibile”.

Tra gli obiettivi futuri di Viceversa l’espansione i n paesi limitrofi europei e lo sviluppo di strumenti di data science che supportino la crescita delle aziende e le aiutino a definire al meglio la loro strategia, con un occhio di riguardo ai settori principali del Made in Italy.

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Dematerializzare le quote delle Srl per dare un forte impulso agli investimenti in PMI. Se ne parla in Euronext

Borsa Italiana organizza un evento il 24 Marzo sulla dematerializzazione delle quote delle Srl. Un grande potenziale per le PMI e per l’equity crowdfunding

 

 

Borsa Italiana  ha organizzato un evento digitale dedicato alla dematerializzazione delle quote di aziende Srl, un tema particolarmente importante nell’ottica di contribuire alla crescita delle PMI, favorendo un più rapido e facile accesso alla raccolta di capitale e per aumentare la liquidità degli asset. L’evento sarà il 24 marzo, alle 12.

L’agenda vede la partecipazione di Pierluigi Dimonopoli, Head of Business Development Issuers di Euronext Securities; Paola Fico, Head of Italy Regulation di Euronext, e Lukas Plattner, Partner ADVANT di NctmIl, che parleranno di MEF Task-force: incrementare competitività dei mercati finanziari italiani;  Enrica Cremonini, Head of Legal Post Trade di Euronext, che parlerà del processo di dematerializzazione delle SRL in Euronext Securities Milan;  Tommaso Baldissera Pacchetti, Amministratore Delegato di  CrowdFundMe che affronterà il tema delle piattaforme di Crowdfunding come motore per lo sviluppo di un mercato finanziario.

In un recente articolo su BeBeez.it, Piergiorgio Mancone e Luca Gobbi, rispettivamente managing partner e senior associate di LegisLAB, sostengono che una semplice ma robusta interpretazione della normativa esistente già consentirebbe la dematerializzazione delle quote di piccole e medie imprese, strutturate come Srl.

Sarebbe possibile migliorare la circolazione delle quote, superando il regime ordinario previsto dall’art. 2470 del codice civile e il regime alternativo di cui all’art. 100-ter del TUF, attraverso la loro dematerializzazione (volontaria) presso la Montetitoli spa, considerandole valori mobiliari.

La dematerializzazione delle quote di PMI Srl comporterebbe infatti il vantaggio di poterle “registrare” su di un dossier titoli aperto presso la propria banca e di farle oggetto di trasferimento come oggi si fa con le azioni quotate per mezzo di normali annotazioni tra intermediari finanziari.

Questo darebbe un impulso decisivo al fenomeno dell’equity crowdfunding, aprendo definitivamente le porte ai mercati secondari delle quote, che, tra l’altro, viene auspicato dai considerando 13) e 14) del Regolamento UE 1503/2020.

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Digital Asset: l’analisi dei principali trend nell’ultimo trimestre a cavallo tra 2021 e 2022

L’analisi di Fabio Pezzotti, CEO di Iconium, evidenzia come, nel trimestre Dicembre-Febbraio, la guerra abbia spento il sussulto rialzista di Febbraio

Il trimestre Dicembre 2021 – Febbraio 2022 si è rivelato un periodo di bear market, con il Bitcoin che ha inanellato una serie di fasi ribassiste che l’hanno allontanato dai massimi di Novembre. Nell’arco dei tre mesi, Bitcoin è passato dai $57k di inizio Dicembre ai $42k di fine Febbraio, perdendo il 25% del suo valore e sfiorando, nel crash del 21 Gennaio, un minimo di $32k.

ANALISI DEL MERCATO

Come da aspettative, in un periodo di mercato negativo come quello appena trascorso, il valore di Bitcoin ha retto meglio di quanto abbiano fatto le altre criptovalute: la capitalizzazione di mercato escluso BTC è infatti passata da $1.6T a $1T, facendo segnare una discesa di oltre il 35%.

La market dominance di BTC ha guadagnato un punto percentuale, passando da 41% a 42%: un incremento inferiore alle attese, principalmente dovuto alla scelta di molti investitori di spostarsi su stablecoin (cripto valute ancorate al dollaro, da qui il nome stable coin), in vista di potenziali ulteriori fasi ribassiste: la market dominance combinata delle due principali stablecoin centralizzate, USDT e USDC, è infatti quasi raddoppiata, passando dal 4% di inizio Dicembre al 7.5% di fine Febbraio.

La discesa nel trimestre è stata netta, con forti shock ribassisti a inizio Dicembre e verso la fine di Gennaio. Nelle settimane a cavallo dell’anno, il clima di incertezza regolamentare ha acuito il sentiment negativo, con i timori relativi ad un possibile ban delle cripto in Russia e ad una nuova stretta sulla tassazione americana dei digital asset che hanno trascinato il Bitcoin ad un minimo di $33k. Febbraio è iniziato nel segno di una fase di risalita che ha riportato il Bitcoin a quota $45k, prima che le tensioni geopolitiche e le preoccupazioni relative alla guerra in Ucraina frenassero l’entusiasmo sul mercato, portando Bitcoin a un minimo 35k dopodiché a sorpresa, a fine mese, nonostante il conflitto fosse già iniziato bitcoin ha segnato una forte ripresa che lo ha portato a fine mese a $42k.

SINTESI DEI PRINCIPALI TREND

  • La market cap delle criptovalute è passata da $2.6T a $1.7T, con due forti shock a inizio Dicembre e fine Gennaio
  • Il mercato ha performato peggio di BTC nel trimestre, facendo segnare una perdita di oltre il 35% della capitalizzazione totale delle altcoin
  • Il trimestre è stato contraddistinto da una considerevole volatilità di Bitcoin, che dalle vette di inizio Dicembre è arrivato a perdere quasi il 40% con il crash del 21 Gennaio, prima di riassestarsi attorno ai $40k.
  • La market dominance di BTC è aumentata di un solo punto percentuale, mentre le stablecoin hanno guadagnato terreno, portando USDT e USDC ad una dominanza combinata dell’8%.

RISCHI E OPPORTUNITÀ

L’incertezza che domina la scena internazionale rappresenta, allo stato attuale, il più considerevole dei rischi esogeni al mondo degli asset digitali.

I timori relativi alla possibile escalation della guerra in Ucraina, l’embargo internazionale nei confronti della Russia e la potenziale crisi energetica che si staglia all’orizzonte origineranno presumibilmente momenti di alta volatilità sul mercato. A questi fattori di rischio vanno aggiunti gli sviluppi sulla pandemia globale e sull’inflazione, che potrebbero ulteriormente esacerbare la già difficile situazione economica.

L’attrattività della blockchain per gli investitori resta, ad ogni modo, ai massimi livelli.

Il report di Pitchbook sugli investimenti di VC in Emerging Tech nel Q4 2021 mostra come Web3 e DeFi abbiano attirato $2.4B di investimenti attraverso 26 deal, oltre il doppio di quanto fatto nel trimestre precedente. La cifra è ancor più impressionante se rapportata agli investimenti in Fintech, seconda categoria per dimensione, pari a poco più di $0.8B nello stesso periodo.

Da questa attività frenetica di investimento si può dedurre come l’incrocio tra Web3 e blockchain rappresenti attualmente la frontiera dell’innovazione tecnologica. DeFi, NFT e decentralizzazione dei protocolli blockchain risultano tuttora in fase di grande espansione, come si evince dai deal di maggiori dimensioni riferibili al Q4, come la Series B di Forte da $725M (piattaforma per incorporare NFT nei giochi), o la Series A da $555M di MoonPay (crypto exchange e wallet personali per consumer), per arrivare alla Series C di FTX (crypto exchange) da $400m di inizio Febbraio, che ne ha portato la valuation a $32B.

I PROSSIMI MESI

Per il prosieguo dell’anno, ci aspettiamo il perdurare dell’incertezza dovuta alla difficile situazione geopolitica, che va a sommarsi ai preesistenti timori relativi alla possibile introduzione di politiche restrittive anti-inflazionistiche. Detto questo, eventuali notizia positive sul lato della guerra Russia-Ucraina, quali armistizio o negoziazioni per la conclusione del conflitto potrebbero dare un forte impulso alla ripresa delle criptovalute che tutto sommato hanno ‘tenuto’ bene rispetto ad altri periodi di ‘crisi’, ad esempio l’inizio dell’epidemia covid.

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La scaleup Sealence acquisisce la stratup eDriveLAB che con FPT Industrial ha progettato la batteria del futuro

La startup dell’idrojet marino DeepSpeed acquisisce uno spin-off dell’Università di Parma che insieme a FPT Industrial (Iveco) sviluppa un innovativa batteria

 

Sealence, scaleup italiana che sviluppa l’idrojet elettrico nautico DeepSpeed, lo scorso mese di Febbraio ha acquisito eDriveLAB, startup emiliana nata come spinoff dell’Università di Parma. pera nel settore della mobilità elettrica.

Ricordiamo che Sealence aveva chiuso due campagne di equity crowdfunding su CrowdFundMe di cui la seconda, chiusa a dicembre 2020, con una raccolta di 2,9 milioni di euro sulla base di una valutazione pre-money di 33,5 milioni.

eDriveLAB, specializzata nell’elettrificazione di veicoli con clienti prestigiosi, tra cui la Ferrari, ha annunciato di aver progettato una batteria che si presenta come un punto svolta nel mondo dei powertrain elettrici. L’attività è stata portata avanti nei mesi scorsi a quattro mani con FPT Industrial (Iveco Group), che ha contribuito alla fase di ingegnerizzazione.

Quello che viene evidenziato dai dati tecnici forniti dalla startup non è solo l’ottimo risultato raggiunto in termini di densità energetica, paragonabile a quella offerta dalle migliori EV oggi in commercio, quanto il fatto che la batteria è stata progettata per non prendere fuoco, neanche nei casi più gravi, ad esempio quello in cui una cella dovesse guastarsi in modo critico.

Non c’è da fare allarmismo sulla tecnologia delle batterie al litio” racconta il Ceo di eDriveLAB, Davide Lusignanile batterie oggi commercializzate dalle più importanti case sono molto sicure ed il rischio maggiore si presenta quando ci si rivolge a marche sconosciute od aziende che, nonostante ambiziosi proclami, in realtà hanno esperienza solo su batterie a bassa tensione a 48 volt e non comprendono bene i rischi legati alle batterie attualmente in uso nel segmento della mobilità elettrica, perlopiù in standard 400 ed 800 volt.

Come sottolinea Lusignani, il progetto delle nuove batterie di eDriveLab parte da presupposti diversi: “volevamo progettare una batteria che rimanesse sicura anche al presentarsi di un evento imponderabile e distruttivo. Partendo da questo assunto, abbiamo concepito un prodotto dove le celle al litio vengono immerse in una soluzione liquida che le avvolge completamente. Non solo questo comporta un raffreddamento ideale delle celle, ma con questo approccio, se una cella dovesse danneggiarsi e prendere fuoco, il fenomeno non riuscirebbe a propagarsi e contagiare le celle adiacenti. È ovvio che la batteria dovrà essere riparata o sostituita, ma abbiamo praticamente azzerato i rischi di incendio che, su alcune applicazioni, quali ad esempio le imbarcazioni, sono eventi impossibili da controllare”.

Il progetto in realtà nasce da una esigenza specifica di Sealence, che si è rivolta allo spin-off con la richiesta di progettare una batteria “a prova di fuoco” e che fosse “la più sicura mai progettata”, così da poter essere installata su yacht da diverse decine di milioni di euro o sui traghetti passeggeri.

I primi esemplari di questa batteria saranno consegnati alla SEALENCE nella primavera 2022 e saranno poi disponibili per la fornitura su larga scala a partire da inizio 2023.

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“Calabria unita per la vita”, l’incontro al Pugliese-Ciaccio

CATANZARO Il 14 marzo 2022 presso la Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro si è tenuto un incontro tra i responsabili dell’Azienda ed i Promotori della Campagna “Calabria Unita per la Vita”, Campagna nata per l’acquisto di ventilatori polmonari per terapia intensiva da destinare alle strutture sanitarie della città. Presenti, tra gli altri, il commissario straordinario Francesco Procopio, il direttore amministrativo Antonio Mantella, i direttore sanitario Sergio Petrillo, il medico di direzione sanitaria di presidio Rosa Costantino, il direttore dell’Uo Anestesia e Rianimazione Maria Laura Guzzo e il dirigente medico Mario Pezzi, il direttore generale della Fondazione Politeama Aldo Costa, il presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro Antonello Talerico, il presidente del comitato scientifico della “Idea Crowdfunding Srl” Bruno Doria e il vicepresidente dell’Ordine dei commercialisti di Catanzaro Ivan Grattà.
Grazie ai Fondi raccolti con la Campagna “Calabria Unita per la Vita” sono stati donati due ventilatori polmonari per terapia intensiva al Policlinico Universitario di Germaneto, tre ventilatori polmonari per terapia intensiva all’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro uno dei quali è stato donato direttamente dall’Associazione ANUTEL, partner dell’iniziativa “Calabria Unita per la Vita”, nonché un Tomografo polmonare ad impedenza elettrica denominato Pulmovista 500 con funzione di monitoraggio ed ottimizzazione bedside della ventilazione artificiale, ovverosia uno strumento di alta specialità utilizzato da poche Terapie Intensive nazionali che permette l’ottimizzazione della ventilazione artificiale nel paziente critico.
Il generoso contributo degli avvocati e dei commercialisti di Catanzaro, di altri componenti di ordini professionali, di Aziende private e di molti cittadini che hanno voluto manifestare concretamente il loro sostegno alla Sanità Calabrese, ha consentito di rafforzare le strutture sanitarie della nostra città.
Al ringraziamento dei responsabili delle Aziende Ospedaliere di Catanzaro si associa il ringraziamento dell’intera città ai promotori dell’iniziativa “Calabria Unita per la Vita” e quindi alla Fondazione Politeama, alla Società Idea Crowdfunding, al Consiglio dell’Ordine Distrettuale degli Avvocati di Catanzaro ed al Consiglio dell’Ordine dei Commercialisti di Catanzaro i quali, in un particolare momento storico, si sono chiesti «cosa possiamo fare noi per la Sanità, come possiamo aiutare i Sanitari nella lotta contro il Covid-19 come ci possiamo mettere al servizio dei sanitari e dei cittadini calabresi per rispondere ai loro bisogni».
I promotori dell’iniziativa “Calabria Unita per la Vita” hanno voluto dare una risposta concreta alla predetta domanda e, con entusiasmo e dedizione, si sono impegnati a fornire strumenti che potessero essere di aiuto ai cittadini non solo per affrontare l’emergenza da Covid 19 ma anche per il futuro della Sanità Catanzarese e Calabrese, dando lustro alla frase di un illuminato Presidente degli Stati Uniti d’America «domandatevi cosa potete fare voi per lo Stato e non cosa può fare lo Stato per voi».

Fonte –> Corriere della Calabria

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